Albert ha 11 anni, vive nella capitale cubana ed è un piccolo talento della boxe. Deegii, in Mongolia, studia per diventare contorsionista. Tom è ugandese, ha una passione per le grandi scimmie e sta frequentando una scuola per ranger. Nidhi, a Benares, studia con profitto matematica, anche se la sua famiglia non può aiutarla, perché non è abbastanza istruita. Il sogno di Nidhi è diventare un giorno un ingegnere.
Dopo aver raccontato la determinazione e il coraggio di alcuni bambini di diverse parti del mondo che percorrevano un numero incredibile di kilometri, nelle situazioni più scomode, per raggiungere la scuola più vicina e la possibilità di un’istruzione che cambiasse il loro futuro, Pascal Plisson torna a seguire quattro giovani che hanno voglia di farcela, (ri)presi nel giorno della prova, accademica o sportiva, che potrebbe cambiare la loro vita e quella delle loro famiglie.
Sophie e la sorellina Lucie si sono appena trasferite in un piccolo villaggio canadese, ricoperto dalla neve. Di ragazze con cui fare amicizia se ne vedono poche all’orizzonte e i maschi, ai loro occhi, sembrano non essere meno noiosi e incomprensibili dei maschi della loro età un po’ ovunque. L’inizio delle vacanze invernali porta però una novità. Si decide di organizzare una vera e propria guerra di palle di neve, che durerà per le due settimane di chiusura della scuola. Luc e Sophie, entrambi undicenni, si ritrovano, quasi senza volere, a capo di due agguerritissime squadre avversarie, in lotta per occupare un fortino. Ma la battaglia viene presa troppo sul serio, e serie si fanno le sue conseguenze, costringendo i bambini a rivedere il loro comportamento.
FAI BEI SOGNI di M. Bellocchio con V. Mastandrea
Storia di una difficile ricerca della verità e allo stesso tempo la paura di scoprirla. La mattina del 31 dicembre 1969, Massimo, nove anni appena, trova suo padre nel corridoio sorretto da due uomini: sua madre è morta. Massimo cresce e diventa un giornalista. Dopo il rientro dalla Guerra in Bosnia dove era stato inviato dal suo giornale, incontra Elisa. La vicinanza di Elisa aiuterà Massimo ad affrontare la verità sulla sua infanzia ed il suo passato.
“(…) Bellocchio è un regista capace di accensioni folgoranti più che un vero narratore, o meglio racconta proprio attraverso immagini capaci di condensare in un lampo tutto un mondo, un conflitto, una vertigine interiore. Così, emoziona quando intreccia il destino di Massimo a incontri brevi ma decisivi, come quello con il professore-sacerdote che gli dà una sonora lezione di vita, il sempre magnifico Roberto Herlitzka; o quello, notturno e avventuroso, con l’innominato ‘presidente’ (…). Ma segna un po’ il passo quando il povero Massimo (…) viene lasciato solo con i suoi fantasmi (Belfagor, terrificante serie tv anni 60), con i ricordi della madre (l’inedita e intonatissima Barbara Ronchi), o con quel padre reticente e bugiardo (…). Come se questa storia così vera e così vicina finisse per inibire un regista (pensiamo a ‘Buongiorno, notte’), abituato alla più totale inventiva e libertà.” (Fabio Ferzetti, ‘Il Messaggero’, 13 maggio 2016)