Programmazione Cinema Italia dal 15-06 al 19-06

mercoledì 15 giugno ore 19 (€ 5): COLONIA
mercoledì 15 giugno ore 21 (€ 5 – ridotto € 4 < 26 anni): TANGERINES – MANDARINI – versione originale sottotitolata in italiano
venerdì 17 giugno ore 19 (€ 4) e 21 (€ 5): COLONIA
sabato 18 giugno ore 19 (€ 5): COLONIA
sabato 18 giugno ore 21 (€ 5 – ridotto € 4 < 26 anni): TANGERINES – MANDARINI – versione originale sottotitolata in italiano
domenica 19 giugno ore 19 (€ 4): TANGERINES – MANDARINI – versione originale sottotitolata in italiano
domenica 19 giugno ore 21 (€ 5): COLONIA

Colonia
Cile, 1973. Nel paese è in atto il colpo di Stato contro il Generale Pinochet. Una coppia di cittadini tedeschi, Lena e Daniel, si ritrova coinvolta nel drammatico evento. Daniel, infatti, viene sequestrato dalla polizia segreta e Lena inizia la sua disperata ricerca. Le indagini conducono la ragazza nel Sud del Paese dove, in una missione gestita dal predicatore laico Paul Schäfer e nota come Colonia Dignidad, ritrova finalmente Daniel. In realtà, la “Colonia” è una setta da cui nessuno è mai riuscito a uscire. Nel tentativo di salvare il marito, Lena deciderà quindi di entrare nella setta. Ispirato a fatti realmente accaduti.
“E’ una bella storiona ben raccontata, coi suoi buoni veramente buoni e i suoi cattivi tanto tanto cattivi. Difficile non farsi coinvolgere e non identificarsi in qualche modo colla coppia in fuga. Anche perché Emma Watson è un’azzeccata eroina e Michael Nyqvist (…) è memorabile, allucinante nei panni di Schafer, un ‘villain’ eccezionale. Il consiglio è prenderlo come un bel romanzone storico, ben raccontato secondo i vecchi schemi del melodramma (Florian Gallenberger è un bravo regista, ma i suoi moduli narrativi risalgono all’anteguerra). (…) l’impatto di ‘Colonia’ non è quello del grande film civile, ma più prosaicamente di un thriller con molti momenti horror. Villa Baviera sembra il castello di Dracula, gli scherani di Schafer la legione dei Non-Morti. E le allusioni a Mengele danno un’ulteriore coloritura romanzesca alla trama. Che così risulta più divertente. Ma anche meno seria.” (Giorgio Carbone, ‘Libero’, 26 maggio 2016)
 
Tangerines – Mandarini
Autunno, anni Novanta. Un villaggio estone in Abcasia, dove le colline sono ricoperte da foreste, c’è il mare e i giardini sono colmi di alberi di mandarini. L’Abcasia è in guerra con la Georgia per la separazione. E’ su questo sfondo che si svolgono le vicende dell’anziano Ivo e del suo vicino Markus, unici due abitanti a non aver abbandonato il villaggio. Ivo è contrario a cogliere il raccolto nel mezzo della guerra; Markus, invece, vuole aspettare i suoi mandarini. Nel frattempo il conflitto esplode proprio davanti ai loro occhi…
– CANDIDATO AL GOLDEN GLOBE 2015 COME MIGLIOR FILM STRANIERO.
 – CANDIDATO ALL’OSCAR 2015 COME MIGLIOR FILM STRANIERO.
“Perché esiste la guerra? Ovvero, perché facciamo la guerra? Stimato cineasta georgiano, Zaza Urushadze ha in merito idee facilmente condivisibili, che peraltro lo avvicinano all’Ermanno Olmi di ‘Torneranno i prati’ o al croato Dalibor Matanic del piccolo caso, ancora in sala, ‘Sole alto’ (…). Sceneggiatore e regista classe 1965, figlio del calciatore Ramaz, Zaza ci riporta alla cruenta dissoluzione dell’impero sovietico, in uno dei tanti teatri di scontro, focolai di rivolta seguiti alla fine del ‘sogno’ unitario di Lenin e Stalin. (…) ‘Tangerines – Mandarini’ non è un’opera esibizionista, tutt’altro, nondimeno ha saputo farsi vedere e apprezzare in giro per il mondo. Nominato sia agli Oscar che ai Golden Globes nella categoria miglior film straniero (2015), ha rastrellato premi a ogni latitudine, forte di questa poetica sommessa e, a suo modo, rivoluzionaria: un war movie atipico, più interessato alle conseguenze esistenziali che non alle azioni belliche. Introspettivo e, qualità mutuata dal protagonista Ivo, assertivo, non brilla per una trama particolarmente inedita o avvincente, eppure, si snoda con la calma, inconfutabile necessità dell’apologo pacifico e pacifista, (di)mostrando come basti crearne le basi – la forzata convivenza di Ahmed e Niko – perché il dialogo attecchisca e dia frutti. Tra location suggestive e voltaggio paradigmatico, ‘Tangerines’ non concede nulla all”happy ending, ma molto alla speranza: non perdetelo.” (Federico Pontiggia, ‘Il Fatto Quotidiano’, 26 maggio 2016)