“(…) (Giulia Lazzarini, miracolo di levità e profondità) mette tutti di fronte ai propri limiti, riapre antiche ferite, crea continue occasioni di inadeguatezza, comiche e insieme tragiche come in tutto Moretti. (…) mentre il caos del set e quello dell’esistenza si sommano in un unico vortice, quella signora soave, ex professoressa di latino, amatissima dagli ex allievi e dalla nipotina liceale, che capisce molto meglio della madre, declina, riceve annoiandosi un poco gli amici di sempre, perde pian piano le sue facoltà, si prepara a suo modo all’ultimo viaggio, magari sognando di passeggiare nel giardino dell’ospedale (un po’ come Roberto Herlitzka-Aldo Moro in ‘Buongiorno, notte’ di Bellocchio, curiosamente). Lasciando ai figli, e alla figlia in particolare, il peso di quel presente che non capiscono e forse non amano (quelle comparse, così diverse dagli operai ideali della Buy…). Ma anche alcuni insegnamenti spigolosi che emergono nelle scene più belle di questo film straordinario, straziato e sommesso, stranamente pacificato, sempre attento a mantenere la giusta distanza dal suo soggetto incandescente, ma destinato a scavare nello spettatore a lungo dopo la visione. Come i classici latini della biblioteca materna, che la figlia accarezza in un gesto solo e finalmente d’amore.”
(Fabio Ferzetti, ‘Il Messaggero’, 14 aprile 2015)
– IN CONCORSO AL 68. FESTIVAL DI CANNES (2015).
– CANDIDATO AI DAVID DI DONATELLO 2015 PER: MIGLIOR FILM, REGISTA, SCENEGGIATURA, PRODUTTORE, ATTRICE PROTAGONISTA (MARGHERITA BUY), ATTRICE NON PROTAGONISTA (GIULIA LAZZARINI), ATTORE NON PROTAGONISTA (NANNI MORETTI), TRUCCATORE (ENRICO IACOPONI), MONTATORE, FONICO DI PRESA DIRETTA.