Programmazione Cinema Italia dal 20-04 al 25-04

mercoledì 20 aprile ore 16.30 (€ 4) e 21 (€ 5): REMEMBER – cineforum
mercoledì 20 aprile ore 18.15 (€ 5): FUOCOAMMARE – Orso d’oro Festival di Berlino 2016
sabato 23 aprile ore 18.45: UN BACIO
sabato 23 aprile ore 21: RACE – il colore della vittoria
domenica 24 aprile ore 18.45: UN BACIO
domenica 24 aprile ore 16 e 21: RACE – il colore della vittoria
lunedì 25 aprile ore 19: UN BACIO
lunedì 25 aprile ore 21: RACE – il colore della vittoria
mercoledì 27 aprile ore 16.30 (€ 4) e 21 (€ 5): AVE, CESARE! – cineforum
mercoledì 27 aprile ore 18.30 (€ 4): UN BACIO

Remember
Il 90enne Zev scopre che la guardia nazista che assassinò la sua famiglia circa 70 anni fa vive attualmente in America sotto falso nome. Malgrado le evidenti sfide che la scelta comporta, Zev decide di portare a termine una missione per rendere una giustizia troppo a lungo rimandata ai suoi cari, portandola a compimento con la sua stessa mano ormai tremolante. La sua decisione dà l’avvio a uno straordinario viaggio intercontinentale con conseguenze sorprendenti.
Un coinvolgente thriller, congeniale alla cifra creativa del regista canadese Atom Egoyan, in cui quasi nulla è come ci appare. Non immaginerete neanche lontanamente di quale pasta sia realmente fatto il meticoloso, sofisticato piano di vendetta che vediamo perseguito e messo in scena e infine realizzato. Forse non tutto ha una spiegazione. Ma ciò non disturba più di tanto, anche grazie alle due interpretazioni, che riescono a rendere credibile anche ciò che non lo è
 
Fuocoammare
Gianfranco Rosi è andato a Lampedusa, nell’epicentro del clamore mediatico, per cercare, laddove sembrerebbe non esserci più, l’invisibile e le sue storie. Seguendo il suo metodo di totale immersione, Rosi si è trasferito per più di un anno sull’isola facendo esperienza di cosa vuol dire vivere sul confine più simbolico d’Europa raccontando i diversi destini di chi sull’isola ci abita da sempre, i lampedusani, e chi ci arriva per andare altrove, i migranti. Da questa immersione è nato il documentario che racconta la storia di Samuele che ha 12 anni, va a scuola, ama tirare con la fionda e andare a caccia. Gli piacciono i giochi di terra, anche se tutto intorno a lui parla del mare e di uomini, donne e bambini che cercano di attraversarlo per raggiungere la sua isola. Ma non è un’isola come le altre, è Lampedusa, approdo negli ultimi 20 anni di migliaia di migranti in cerca di libertà. Samuele e i lampedusani sono i testimoni a volte inconsapevoli, a volte muti, a volte partecipi, di una tra le più grandi tragedie umane dei nostri tempi.
Per 108 minuti la narrazione di «Fuocoammare» corre su due binari, da una parte la quiete antica degli isolani, abituati a vivere con il mare e con le sue conseguenze, dall’altra le ondate di migranti, gli avvistamenti, gli sbarchi, le visite mediche, la breve euforia dei sopravvissuti, le lacrime, la conta dei morti. Ma i piani, in modi curiosi e imprevedibili, si intrecciano
– ORSO D’ORO, PREMIO DELLA GIURIA ECUMENICA, AMNESTY INTERNATIONAL FILM PRIZE BERLINER, PREMIO DELLA GIURIA DEI LETTORI DEL “MORGENPOST” AL 66. FESTIVAL DI BERLINO (2016).
– CANDIDATO AI DAVID DI DONATELO 2016 PER: MIGLIOR FILM, REGISTA, PRODUTTORE E MONTATORE.
Un bacio
Lorenzo è un adolescente che arriva a Udine perché adottato da una famiglia dopo che aveva vissuto precedente esperienza negativa di adozione. Lorenzo è dichiaratamente gay. Blu è figlia del proprietario di un’azienda e di un’aspirante scrittrice. Ha un carattere reattivo anche perché a scuola, e sui muri, viene definita ‘una troia’. Antonio è figlio di una guardia giurata e pesa su di lui la presenza del fratello maggiore morto in un incidente. E’ un abile cestista ma i suoi compagni lo considerano un ritardato. Frequentano tutti e tre la III A del Liceo Newton.
I film che hanno come soggetto l’adolescenza e le sue problematiche hanno saldamente incorporata la dicitura ‘maneggiare con cura’. Perché il rischio della retorica e/o dello stereotipo sono presenti ad ogni singola riga della sceneggiatura e in ogni scelta di ripresa, recitazione, montaggio e soundtrack. Lo spettatore si trova spesso dinanzi a uno schema purtroppo ben definito. Ci si occupa di un ragazzo o di una ragazza emarginati e li si circonda di adulti che sono rappresentati o come dei minus habens o come totalmente incapaci di interessarsi a loro sia nel contesto familiare che al di fuori di esso.
Ivan Cotroneo, che scrive la sceneggiatura con Monica Rametta rielaborando un proprio racconto, sa come tenersi a distanza dalle negatività di cui sopra per offrirci un ritratto ad altezza di adolescenza di grande sensibilità e coraggio. Coraggio perché le situazioni vengono affrontate frontalmente senza ammorbidimenti. Lorenzo che ostenta sicurezza ma ha bisogno di rifugiarsi nell’immaginario per trovare quell’ammirazione che il mondo dei coetanei gli nega. Antonio, tanto abile nello sport quanto introverso e chiuso nel relazionarsi con gli altri. Di tutti e tre conosciamo l’ambito familiare in cui incontriamo sensibilità genitoriali diverse ma, ognuna a suo modo, capaci di amore e comprensione.
“Non voglio che mio figlio sia ‘tollerato'” dice il padre adottivo di Lorenzo dinanzi alla preside e ad un’insegnante particolarmente insensibile. Cotroneo fa propria questa affermazione senza però cedere alla tentazione del pamphlet riaffermando con forza il diritto di ognuno a vivere la propria vita e la propria dimensione affettiva secondo tempi che non siano dettati da un contesto sociale che si eriga a normativo in questo ambito. Lorenzo, Blu e Antonio escono così dallo schermo per entrare nella memoria dello spettatore nello spazio in cui stanno i film che non si dimenticano.
Race – il colore della vittoria
L’epica e straordinaria storia del pluricampione del mondo Jesse Owens che, nato povero, ma con un dono atletico straordinario, alle Olimpiadi del 1936 lasciò Berlino e il Terzo Reich senza parole, vincendo quattro medaglie d’oro ed entrando di diritto nella leggenda, arriva domani, 31 marzo, al cinema con il film Race – Il colore della vittoria, diretto da Stephen Hopkins.
Nella pellicola, vedrete Jesse Owens (interpretato dal solido e talentuoso Stephan James) che, nonostante le tensioni razziali in un’America reduce dalla Grande Depressione, riesce ad ottenere la convocazione alle Olimpiadi di Berlino, grazie al supporto del coach dell’Ohio University, Larry Snyder (Jason Sudeikis), e malgrado la volontà di parte del Comitato americano di boicottare le Olimpiadi, in segno di protesta contro Hitler, gli Stati Uniti, grazie alla mediazione di Avery Brundage (Jeremy Irons), parteciperanno all’evento. È così che Jesse riuscirà ad avere l’opportunità di sconfiggere sportivamente e moralmente la Germania nazista. In pratica, compirà una vera impresa storica.
E se vi starete domandando come mai la dittatura tedesca decise di far gareggiare atleti ebrei e di colore ai giochi, be’ la risposta è semplice: i Tedeschi erano convinti che la razza ariana avrebbe la meglio durante la manifestazione sportiva. Ed è in quest’atmosfera burrascosa, fatta di estrema tensione, che fa capolino la regista Leni Riefenstahl (incarnata da Carice Van Houten de Il trono di spade), chiamata a filmare ogni singolo istante dell’evento, proprio per immortalare la supremazia hitleriana.
Ma ahimè… (e per fortuna!) il Terzo Reich verrà spazzato dalle gesta di Jesse Owens, perché lui corre come il vento e nessuno può fermarlo. Ed è così che tutta la fatica, tutti i duri allenamenti, i mille sacrifici e tutte le sofferenze subite da Jesse si trasformeranno nel riscatto di un’intera vita.
Ave, Cesare!
Mentre sull’atollo di Bikini gli Stati Uniti sono impegnati con gli esperimenti sulla bomba H, a Hollywood Eddie Mannix si deve occupare di trovare una soluzione ad un altro tipo di problemi. Eddie è un fixer, cioè colui che deve tenere lontani dagli scandali in cui si vanno a ficcare le star che stanno lavorando ai film di un grande Studio. Deve quindi far sparire foto osé e cercare di camuffare gravidanze fuori dal matrimonio. Quando poi accade che scompaia il protagonista di un film su Gesù, nei panni di un centurione romano, la situazione si complica. Anche perché costui è stato rapito da un gruppo di ferventi comunisti.
Sono davvero pochi i registi in attività forniti di una solida conoscenza di tutti i generi cinematografici e della loro evoluzione nel corso della storia del cinema. I fratelli Coen fanno di diritto parte di questa ristretta cerchia. Il loro pregio ulteriore è quello di saperli declinare secondo letture che vanno dal dramma di impianto intellettuale alla commedia più brillante.