Archivio mensile:novembre 2016
Foglietto Settimanale 27/11/2016 – 04/12/2016
Programmazione Cinema Italia dal 22-11 al 24-11
7 MINUTI di M. Placido
L’azienda tessile Varazzi è in procinto di siglare l’accordo che la salverà dalla chiusura immediata. I partner francesi sono pronti a concludere, ma all’ultimo momento consegnano alle undici componenti del consiglio di fabbrica una lettera che chiede loro di sacrificare sette minuti di intervallo al giorno. Il consiglio è composto da nove operaie e un’impiegata, più una rappresentante sindacale, Bianca, dipendente della Varazzi da decenni.
Le componenti del consiglio sono uno spaccato della forza lavoro femminile contemporanea nel nostro Paese: c’è la ventenne neoassunta e la veterana con figlia incinta; c’è l’immigrata africana, quella albanese concupita dal proprietario della fabbrica, quella che prende botte dal marito e la semitossica. Anche l’impiegata è un’ex operaia trasferita in ufficio da quando un incidente sul lavoro l’ha lasciata su una sedia a rotelle. Questa galleria di personaggi denuncia la matrice teatrale di 7 minuti, testo scritto (anche per il grande schermo) da Stefano Massini (la sceneggiatura è cofirmata da Michele Placido e Toni Trupia), che cerca di concentrare in quel pungo di figure femminili quasi tutte le problematiche che affliggono le donne in Italia. La costruzione drammaturgica segue la falsariga de La parola ai giurati, classico del ’57 firmato (per la televisione) da Sidney Lumet di cui è stato realizzato un remake nel 2007 da Nikita Mikhalkov, 12. A Ottavia Piccolo, nei panni di Bianca, tocca il ruolo che fu di Henry Fonda, ovvero la voce della ragione che sa penetrare le coscienze di chi, reagendo di pancia, cerca invece la soluzione più immediata, come Angela, l’operaia napoletana con quattro figli cui dà la presenza “pesciarola” Maria Nazionale: ed è una scelta di casting azzeccata affidare quel ruolo a una cantante, perché la potente voce di Angela sembra voler costantemente sopraffare quella pacata di Bianca. L’altra cantante del cast è Fiorella Mannoia nei panni di Ornella, coetanea di Bianca e memore di un tempo in cui i diritti degli operai erano tutelati: la sua prova di attrice è notevole e inaspettata. Ambra Angiolini presta la sua incazzatura alla combattiva Greta e Violante Placido è un’insolita contabile dall’aspetto dimesso.
FREAKS di T. Browning
Un classico di genere, ritirato quasi subito dopo la prima dal boss della MGM che lo giudicò (dal suo punto di vista non aveva torto) troppo duro per i delicati stomaci degli spettatori del 1932. Browning usò veri nani e veri “mostri” (fra cui due fratelli siamesi) per questa horror story che molti giudicano il suo capolavoro. Protagonista è la bella di un circo, un’acrobata, che acconsente a sposare un nano. Poi lo avvelena per potersi mettere con l’uomo forzuto della compagnia. Ma gli altri nani se ne accorgono e la conciano per le feste (cioè la storpiano finché la bella non diventa anch’essa un mostro).
“Freaks”, il film che costò al suo regista il bando da Hollywood, si è guadagnato l’appellativo di film maledetto per la mezz’ora intera che sarebbe stata tagliata per volere dei produttori della Metro-Goldwyn-Mayers. L’impatto che ebbe sul pubblico alle prime proiezioni fu devastante: malori, proteste, accuse di sfruttamento delle menomazioni umane per fare del becero sensazionalismo. In verità quello che Browning voleva era palesare la normalità dell’universo degli anormali. Non c’è nessuna stranezza nel vedere i legami di amore e amicizia che si intrecciano tra i protagonisti del circo di “Freaks”. E tantomeno non vi è alcuna morbosità nel riprendere dei veri uomini e donne con le caratteristiche fisiche più diverse e varie. Questo, chiaro, il pubblico, ma anche la critica del 1932 certo non poteva capirlo pienamente; e la genialità dell’opera di Browning, che già nella prima parte della sua folgorante carriera aveva dimostrato di avere a cuore di mettere in scena proprio il pregiudizio generalizzato del pubblico, sta proprio in questo: fotografare ciò che è la realtà, la paura del diverso, del “malformato”.
KUBO E LA SPADA MAGICA di T. Knight
Kubo è un cantastorie. Di giorno al villaggio suona e canta le gesta di storie senza un finale, animate davanti al suo pubblico di strada tramite origami; di notte invece si nasconde da un nemico occulto che lo cerca per privarlo dell’unico occhio che gli rimane (l’altro è bendato): il nonno. Ultimo di una famiglia legata alla magia, vive con una madre che sembra aver perso ogni forza per lottare e che, quando il nonno li troverà, scompare nel tentativo di far scappare il figlio. Inizia così il viaggio di Kubo, assieme a uno scarafaggio gigante e una scimmia, alla ricerca di un elmo, un’armatura e una spada che insieme gli consentiranno di sconfiggere l’ingombrante nonno.
Mascherata, tradotta, celata e messa in forma di allegoria, c’è una storia di formazione e di abbandono del nido familiare dietro Kubo e La Spada Magica. E quanto più questo cartone animato in stop motion aggiunge strati che impediscano di scorgere davvero la sua natura, tanto più sembra caricarsi di un senso romantico e perduto. Più cioè si allontana dalla propria essenza (un ragazzo diventa un uomo emancipandosi dalla propria famiglia), più riesce a raccontare questo passaggio condendolo con un’epica presa direttamente dall’intimità inconfessabile di ognuno.
CAFE’ SOCIETY di W. Allen
New York, anni Trenta. Bobby Dorfman lascia la bottega del padre e la East Coast per la California, dove lo zio gestisce un’agenzia artistica e i capricci dei divi hollywoodiani. Seccato dall’irruzione del nipote e convinto della sua inettitudine, dopo averlo a lungo rinviato, lo riceve e lo assume come fattorino. Bobby, perduto a Beverly Hills e con la testa a New York, la ritrova davanti al sorriso di Vonnie, segretaria (e amante) dello zio. Per lui è subito amore, per lei no ma il tempo e il destino danno ragione al sentimento di Bobby che le propone di sposarlo e di traslocare con lui a New York. Ma il vento fa (di nuovo) il suo giro e Vonnie decide altrimenti. Rientrato nella sola città in cui riesce a pensarsi, Bobby dirige con charme il “Café Society”, night club sofisticato che diventa il punto di incontro del mondo che conta. Sposato, padre e uomo di successo, anni dopo riceve a sorpresa la visita di Vonnie. Con lo champagne, Bobby (ri)apre il cuore e si (ri)apre al dolce delirio dell’amore.
Commedia del piacere negato, Café Society è la cronaca di una storia d’amore mancata che ribadisce quello che per Woody Allen conta da sempre: il cinema, le donne, se stesso.
DOMANI di M. Laurent
In seguito alla pubblicazione di uno studio che annuncia la possibile scomparsa di una parte dell’umanità da qui al 2100, Cyril Dion e Mélanie Laurent intraprendono un viaggio intorno al mondo per scoprire cosa potrebbe provocare questa catastrofe, ma soprattutto come evitarla. Risultato: una sorprendente, contagiosa e ottimista spinta al cambiamento, a partire già da DOMANI.
La sconfinata vitalità del cinema documentario contemporaneo induce ad aspettarsi dal genere un lavoro di ricerca e di messa a fuoco sulla realtà che vada oltre il resoconto informativo, fino a farsi spaccato a 360°, presa di posizione, sguardo sul mondo e le sue molteplici prospettive. Anche Domani, documentario firmato da Cyril Dion e da Mélanie Laurent arrivato nelle sale italiane dopo l’enorme successo in Francia, coltiva l’ambizione non da poco di dar voce, in maniera al contempo consapevole e didattica, sfaccettata e particolaristica, alle problematiche più rilevanti che investono il pianeta in cui viviamo sotto il profilo sociale, politico ed economico, andando così a toccare svariati settori come l’agricoltura, l’urbanistica, l’energia, l’economia, la democrazia e l’istruzione.
Saranno presenti in sala STEFANO BIANCHI – presidente di AIAB VENETO (Associazione Italiana Agri coltura Biologica) e MASSIMO RENNO – presidente di AEres-Venezia per l’altraeconomia.
AVVISO
Foglietto Settimanale 20/11/2016 – 27/11/2016
Programmazione Cinema Italia dal 15-11 al 20-11
martedì 15 novembre:
ore 18.30 – TROLLS (€ 4)
ore 21 – LA MORTE CORRE SUL FIUME (ANTEPRIMA FILM INDIMENTICABILI – ingresso € 4)
versione originale sottotitolata in italiano
mercoledì 16 novembre:
ore 18.00 e 21 – DOMANI (cineforum – ingresso € 4)
Saranno presenti in sala STEFANO BIANCHI presidente di AIAB VENETO e ARIANNA DE MONTE cooperativa ACLI SAN GAETANO – BANDERA FLORIDA – BOTTEGA DEL MONDO.
sabato 19 novembre:
ore 16.30 e 18.30 – KUBO E LA LEGGENDA DELLA SPADA MAGICA
ore 21 – 7 MINUTI di Michele Placido con F. Mannoia, A. Angiolini, O. Piccolo, C. Capotondi
domenica 20 novembre:
ore 16 – KUBO E LA LEGGENDA DELLA SPADA MAGICA
ore 18.15 e 20.30 – 7 MINUTI di Michele Placido con F. Mannoia, A. Angiolini, O. Piccolo
martedì 22 novembre:
ore 18.30 – 7 MINUTI (€ 4)
ore 20.15 e 21.30 – FREAKS (ANTEPRIMA FILM INDIMENTICABILI – ingresso € 4)
versione originale sottotitolata in italiano
mercoledì 23 novembre:
ore 18.30 – KUBO E LA LEGGENDA DELLA SPADA MAGICA (€ 4)
ore 21 – CAFE’ SOCIETY (cineforum – ingresso € 4)
giovedì 24 novembre:
ore 18 e 20.30 – DOMANI (cine ma di classe – ingresso € 5)
Saranno presenti in sala STEFANO BIANCHI – presidente di AIAB VENETO (Associazione Italiana Agri coltura Biologica) e MASSIMO RENNO – presidente di AEres-Venezia per l’altraeconomia.
TROLLS di M. Mitchell
È il progetto DreamWorks più atteso dell’anno ed è anche tra i più misteriosi. Finora infatti non era trapelata alcuna immagine di Trolls che ci facesse capire qualcosa di più su questo adattamento cinematografico ispirato ai celebri bambolotti danesi dotati di folte chiome coloratissime.
Trolls è già stato descritto come una commedia musicale che racconterà le origini di questi strani personaggi e di come hanno ottenuto le loro vivaci e colorate capigliature.
La commedia musicale “Trolls“, distribuita dalla 20th Century Fox, uscirà nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 27 ottobre 2016. Il nuovo film di animazione diretto da Mike Mitchell e Walt Dohrn, basato sulle Troll dolls ideate da Thomas Dam, ha come protagonisti La Principessa Poppy e Branch, rispettivamente doppiati da Anna Kendrick e Justin Timberlake. Tra gli altri doppiatori del film anche: Gwen Stefani, James Corden, Russell Brand, Icona Pop, Kunal Nayyar, Ron Funches e GloZell.
Tutto ha inizio da un‘epica avventura che vede la Principessa Poppy unire le forze con Branch avventurandosi ben oltre il mondo a loro conosciuto per salvare il re della Foresta dei Troll, che è stato rapito. Questa ricerca metterà a dura prova la loro forza e svelerà il mito di come i troll sono venuti in possesso dei loro capelli dai vivaci colori.
LA MORTE CORRE SUL FIUME
di C. Laughton – versione integrale – sottotitolata in italiano
Bellissimo film che non ottenne il successo che meritava |
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Harry Powell, pastore protestante, uccide alcune vedove per denaro. Uccide anche Willa Harper, ma i suoi due figlioletti gli danno filo da torcere. Riescono a fuggire da lui allontanandosi sul fiume con una barca. In loro soccorso giunge una cara vecchietta, Rachel, che dà rifugio ai bambini abbandonati. Grande fiaba orrorifica, più per atmosfera che per scene violente, resa convincente da una regia secca e originale. Harry come orco, Rachel come fata e i due fratelli come Hansel e Gretel. La fotografia in bianco e nero di Stanley Cortez è una festa per gli occhi. Le inquadrature grazie alle luci maniacalmente posizionate sono una rilettura dell’espressionismo. Stupenda la sequenza in cui il vecchio scopre il cadavere di Willa, interpretata volutamente sopra le righe da Shelley Winters. Forse la più grande e sfaccettata interpretazione di Mitchum, che sette anni dopo, ne Il promontorio della paura, si calerà in un personaggio molto simile. Tratto dal romanzo di Davis Grubb e girato in poco più di un mese. Laughton, a causa dell’insuccesso commerciale, non poté realizzare la sua trasposizione de Il nudo e il morto di Mailer. Oggetto di culto di molti cinefili è citato apertamente da Neil Jordan nel suo In compagnia dei lupi |
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DOMANI di M. Laurent
In seguito alla pubblicazione di uno studio che annuncia la possibile scomparsa di una parte dell’umanità da qui al 2100, Cyril Dion e Mélanie Laurent intraprendono un viaggio intorno al mondo per scoprire cosa potrebbe provocare questa catastrofe, ma soprattutto come evitarla. Risultato: una sorprendente, contagiosa e ottimista spinta al cambiamento, a partire già da DOMANI.
La sconfinata vitalità del cinema documentario contemporaneo induce ad aspettarsi dal genere un lavoro di ricerca e di messa a fuoco sulla realtà che vada oltre il resoconto informativo, fino a farsi spaccato a 360°, presa di posizione, sguardo sul mondo e le sue molteplici prospettive. Anche Domani, documentario firmato da Cyril Dion e da Mélanie Laurent arrivato nelle sale italiane dopo l’enorme successo in Francia, coltiva l’ambizione non da poco di dar voce, in maniera al contempo consapevole e didattica, sfaccettata e particolaristica, alle problematiche più rilevanti che investono il pianeta in cui viviamo sotto il profilo sociale, politico ed economico, andando così a toccare svariati settori come l’agricoltura, l’urbanistica, l’energia, l’economia, la democrazia e l’istruzione.
KUBO E LA SPADA MAGICA di T. Knight
Kubo è un cantastorie. Di giorno al villaggio suona e canta le gesta di storie senza un finale, animate davanti al suo pubblico di strada tramite origami; di notte invece si nasconde da un nemico occulto che lo cerca per privarlo dell’unico occhio che gli rimane (l’altro è bendato): il nonno. Ultimo di una famiglia legata alla magia, vive con una madre che sembra aver perso ogni forza per lottare e che, quando il nonno li troverà, scompare nel tentativo di far scappare il figlio. Inizia così il viaggio di Kubo, assieme a uno scarafaggio gigante e una scimmia, alla ricerca di un elmo, un’armatura e una spada che insieme gli consentiranno di sconfiggere l’ingombrante nonno.
Mascherata, tradotta, celata e messa in forma di allegoria, c’è una storia di formazione e di abbandono del nido familiare dietro Kubo e La Spada Magica. E quanto più questo cartone animato in stop motion aggiunge strati che impediscano di scorgere davvero la sua natura, tanto più sembra caricarsi di un senso romantico e perduto. Più cioè si allontana dalla propria essenza (un ragazzo diventa un uomo emancipandosi dalla propria famiglia), più riesce a raccontare questo passaggio condendolo con un’epica presa direttamente dall’intimità inconfessabile di ognuno.
7 MINUTI di M. Placido
L’azienda tessile Varazzi è in procinto di siglare l’accordo che la salverà dalla chiusura immediata. I partner francesi sono pronti a concludere, ma all’ultimo momento consegnano alle undici componenti del consiglio di fabbrica una lettera che chiede loro di sacrificare sette minuti di intervallo al giorno. Il consiglio è composto da nove operaie e un’impiegata, più una rappresentante sindacale, Bianca, dipendente della Varazzi da decenni.
Le componenti del consiglio sono uno spaccato della forza lavoro femminile contemporanea nel nostro Paese: c’è la ventenne neoassunta e la veterana con figlia incinta; c’è l’immigrata africana, quella albanese concupita dal proprietario della fabbrica, quella che prende botte dal marito e la semitossica. Anche l’impiegata è un’ex operaia trasferita in ufficio da quando un incidente sul lavoro l’ha lasciata su una sedia a rotelle. Questa galleria di personaggi denuncia la matrice teatrale di 7 minuti, testo scritto (anche per il grande schermo) da Stefano Massini (la sceneggiatura è cofirmata da Michele Placido e Toni Trupia), che cerca di concentrare in quel pungo di figure femminili quasi tutte le problematiche che affliggono le donne in Italia. La costruzione drammaturgica segue la falsariga de La parola ai giurati, classico del ’57 firmato (per la televisione) da Sidney Lumet di cui è stato realizzato un remake nel 2007 da Nikita Mikhalkov, 12. A Ottavia Piccolo, nei panni di Bianca, tocca il ruolo che fu di Henry Fonda, ovvero la voce della ragione che sa penetrare le coscienze di chi, reagendo di pancia, cerca invece la soluzione più immediata, come Angela, l’operaia napoletana con quattro figli cui dà la presenza “pesciarola” Maria Nazionale: ed è una scelta di casting azzeccata affidare quel ruolo a una cantante, perché la potente voce di Angela sembra voler costantemente sopraffare quella pacata di Bianca. L’altra cantante del cast è Fiorella Mannoia nei panni di Ornella, coetanea di Bianca e memore di un tempo in cui i diritti degli operai erano tutelati: la sua prova di attrice è notevole e inaspettata. Ambra Angiolini presta la sua incazzatura alla combattiva Greta e Violante Placido è un’insolita contabile dall’aspetto dimesso.
Foglietto Settimanale 13/11/2016 – 20/11/2016
Programmazione Cinema Italia dal 08-11 al 13-11
martedì 8 novembre:
ore 18.30 – LA PELLE DELL’ORSO
ore 20.30 – L’ETA’ DELL’ORO (dal Bolshoi di Mosca il balletto al cinema – ingresso € 10)
mercoledì 9 novembre:
ore 18.30 e 21 – EDDIE THE EAGLE (cineforum – ingresso € 4)
sabato 12 novembre:
ore 18.30 – TROLLS (€ 4)
ore 21 – LA PELLE DELL’ORSO
domenica 13 novembre:
ore 16.00 – TROLLS (€ 4)
ore 18.15 – LA PELLE DELL’ORSO
ore 20.30 – LA PELLE DELL’ORSO
martedì 15 novembre:
ore 18.30 – TROLLS (€ 4)
ore 21 – LA MORTE CORRE SUL FIUME (ANTEPRIMA FILM INDIMENTICABILI – ingresso € 4) versione originale sottotitolata in italiano
mercoledì 16 novembre:
ore 18.30 e 21 – DOMANI (cineforum – ingresso € 4)
Saranno presenti in sala STEFANO BIANCHI presidente di AIAB VENETO e ARIANNA DE MONTE cooperativa ACLI SAN GAETANO – BANDERA FLORIDA – BOTTEGA DEL MONDO.
L’ETA’ DELL’ORO (il balletto del Bolshoi)
di Dmitri Shostakovich
In una città sul mare, dove prosperano affari loschi e criminalità, il cabaret de L’Età dell’oro è il ritrovo notturno preferito di ballerini, banditi e giovani gozzovigliatori.
Il giovane pescatore Boris si innamora di Rita, una bellissima ballerina che però è anche l’amica di uno dei gangster locali….
EDDIE THE EAGLE di D. Fletecher
Ispirato alla vera storia di Eddie Edwards, il film narra la scalata di un insolito atleta che vuole raggiungere il suo sogno: gareggiare per il salto con gli sci e rappresentare la Gran Bretagna alle Olimpiadi Invernali. 1973, il piccolo Eddie, nonostante i suoi problemi fisici e i genitori che continuamente si oppongono, coltiva il sogno di gareggiare nella più prestigiosa delle competizioni, le Olimpiadi. Crescendo scopre la disciplina del salto con gli sci, una categoria ormai abbandonata dall’Inghilterra, e decide di candidarsi per le qualifiche in Germania e rappresentare la Gran Bretagna alle Olimpiadi di Calgary del 1988.
Eddie the Eagle è un biopic e un film sportivo, ma questa volta il protagonista è un ragazzo normale, come diremmo oggi un nerd che diventa un eroe, superando una sfida quasi impossibile, spinto dalla sua grande forza di volontà e da un allenatore fuori dagli schemi: l’ex campione Chuck Berghorn (Hugh Jackman)…..
TROLLS di M. Mitchell
È il progetto DreamWorks più atteso dell’anno ed è anche tra i più misteriosi. Finora infatti non era trapelata alcuna immagine di Trolls che ci facesse capire qualcosa di più su questo adattamento cinematografico ispirato ai celebri bambolotti danesi dotati di folte chiome coloratissime.
Trolls è già stato descritto come una commedia musicale che racconterà le origini di questi strani personaggi e di come hanno ottenuto le loro vivaci e colorate capigliature.
La commedia musicale “Trolls“, distribuita dalla 20th Century Fox, uscirà nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 27 ottobre 2016. Il nuovo film di animazione diretto da Mike Mitchell e Walt Dohrn, basato sulle Troll dolls ideate da Thomas Dam, ha come protagonisti La Principessa Poppy e Branch, rispettivamente doppiati da Anna Kendrick e Justin Timberlake. Tra gli altri doppiatori del film anche: Gwen Stefani, James Corden, Russell Brand, Icona Pop, Kunal Nayyar, Ron Funches e GloZell.
Tutto ha inizio da un‘epica avventura che vede la Principessa Poppy unire le forze con Branch avventurandosi ben oltre il mondo a loro conosciuto per salvare il re della Foresta dei Troll, che è stato rapito. Questa ricerca metterà a dura prova la loro forza e svelerà il mito di come i troll sono venuti in possesso dei loro capelli dai vivaci colori.
LA PELLE DELL’ORSO di M. Segato
Siamo negli anni ’50. Pietro (Marco Paolini) è un uomo burbero sulla cinquantina, che lavora in una cava nelle Dolomiti italiane. Il suo abuso di vino e la sua natura riservata lo hanno rapidamente trasformato nello zimbello del paese. È severo con il figlio Domenico (Leonardo Mason), e dopo la morte della madre, il loro rapporto è diventato sempre più difficile. Una notte, mentre è seduto al suo solito bar tracannando vino, Pietro sente il suo spietato e arrogante capo Crepaz (Paolo Pierobon) parlare del “diavolo”, un orso che da tempo minaccia il villaggio e preda il bestiame, provocando paura e apprensione tra la popolazione. Stanco di essere denigrato dai compaesani, Pietro fa una proposta a Crepaz: ucciderà l’orso in cambio di 600.000 lire, ma se fallisce dovrà lavorare senza paga per un anno intero. All’alba, contro ogni previsione, Pietro parte per la foresta, determinato a dimostrare il suo valore e a riguadagnarsi l’orgoglio con un gesto eroico finale.
Segato debutta con una storia di formazione che affronta il delicato rapporto padre-figlio tra un sempliciotto e il suo fragile figlio, timidissimo, che non sa quasi niente della sua defunta madre. Fin dall’inizio, il regista crea ambienti arcaici e rurali e, con l’aiuto della direttrice della fotografia Daria D’Antonio (che ha lavorato con Massimo Coppola, Valeria Golino e Pietro Marcello in passato), immerge lo spettatore in un passato in cui la virilità di un uomo e la sua reputazione nella comunità erano tutto ciò che aveva.
LA MORTE CORRE SUL FIUME
di C. Laughton – versione integrale – sottotitolata in italiano
Bellissimo film che non ottenne il successo che meritava |
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Harry Powell, pastore protestante, uccide alcune vedove per denaro. Uccide anche Willa Harper, ma i suoi due figlioletti gli danno filo da torcere. Riescono a fuggire da lui allontanandosi sul fiume con una barca. In loro soccorso giunge una cara vecchietta, Rachel, che dà rifugio ai bambini abbandonati. Grande fiaba orrorifica, più per atmosfera che per scene violente, resa convincente da una regia secca e originale. Harry come orco, Rachel come fata e i due fratelli come Hansel e Gretel. La fotografia in bianco e nero di Stanley Cortez è una festa per gli occhi. Le inquadrature grazie alle luci maniacalmente posizionate sono una rilettura dell’espressionismo. Stupenda la sequenza in cui il vecchio scopre il cadavere di Willa, interpretata volutamente sopra le righe da Shelley Winters. Forse la più grande e sfaccettata interpretazione di Mitchum, che sette anni dopo, ne Il promontorio della paura, si calerà in un personaggio molto simile. Tratto dal romanzo di Davis Grubb e girato in poco più di un mese. Laughton, a causa dell’insuccesso commerciale, non poté realizzare la sua trasposizione de Il nudo e il morto di Mailer. Oggetto di culto di molti cinefili è citato apertamente da Neil Jordan nel suo In compagnia dei lupi |
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DOMANI di M. Laurent
In seguito alla pubblicazione di uno studio che annuncia la possibile scomparsa di una parte dell’umanità da qui al 2100, Cyril Dion e Mélanie Laurent intraprendono un viaggio intorno al mondo per scoprire cosa potrebbe provocare questa catastrofe, ma soprattutto come evitarla. Risultato: una sorprendente, contagiosa e ottimista spinta al cambiamento, a partire già da DOMANI.
La sconfinata vitalità del cinema documentario contemporaneo induce ad aspettarsi dal genere un lavoro di ricerca e di messa a fuoco sulla realtà che vada oltre il resoconto informativo, fino a farsi spaccato a 360°, presa di posizione, sguardo sul mondo e le sue molteplici prospettive. Anche Domani, documentario firmato da Cyril Dion e da Mélanie Laurent arrivato nelle sale italiane dopo l’enorme successo in Francia, coltiva l’ambizione non da poco di dar voce, in maniera al contempo consapevole e didattica, sfaccettata e particolaristica, alle problematiche più rilevanti che investono il pianeta in cui viviamo sotto il profilo sociale, politico ed economico, andando così a toccare svariati settori come l’agricoltura, l’urbanistica, l’energia, l’economia, la democrazia e l’istruzione.
Saranno presenti in sala STEFANO BIANCHI presidente di AIAB VENETO e ARIANNA DE MONTE cooperativa ACLI SAN GAETANO – BANDERA FLORIDA – BOTTEGA DEL MONDO.
Foglietto Settimanale 06/11/2016 – 13/11/2016
La pelle dell’orso – evento
Dal 5 novembre il Cinema Italia ospiterà la Pelle dell’Orso girato interamente in Val Zoldana e tratto dal romanzo “La pelle dell’orso” di Matteo Righetto edito daUgo Guanda Editore.
Il 13 novembre alla proiezione delle 20.30 sarà presente il regista Marco Segato.
Un film solido e coeso che riesce a raccontate con nitore e parsimonia il passaggio di potere e competenze che deve avvenire fra un padre e un figlio.
Anni Cinquanta. Domenico ha 14 anni e vive da solo con il padre Pietro da quando la madre è morta in circostanze misteriose. Pietro, uscito di galera, è il bersaglio della piccola comunità montana che lo considera “una bestia”. Quando in paese si ripresentael Diàol, il diavolo, un orso che ha già mietuto vittime in passato, Pietro intuisce la possibilità del suo riscatto: dunque scommette con il padrone della cava di pietra locale, Crepaz, che ucciderà l’orso. Se riuscirà nell’impresa guadagnerà una somma enorme per l’epoca e la zona. Se invece fallirà, regalerà un anno del suo lavoro di spaccapietre a Crepaz. Anche per Domenico la caccia all’orso è un’occasione: per riavvicinarsi al padre, mettere alla prova la propria abilità con il fucile, e dimostrare che non è un bocia, ma un giovane uomo pronto ad affacciarsi alla vita adulta.
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