Programmazione Cinema Italia dal 13-11 al 17-12

martedì 13 dicembre:
ore 18.30  e 21 – IL MAGO DI OZ  (ANTEPRIMA FILM INDIMENTICABILI)
                  versione in italiano, un film per la famiglia da riscoprire al cinema
mercoledì 14 dicembre:
ore 18.30  e 21 – SING STREET (cineforum – ingresso € 4)
giovedì 15 dicembre:
ore 20.30 – L’UOMO CHE VERRA’ (CINEMA DI CLASSE)

sarà presente il regista GIORGIO DIRITTI.

sabato 17 dicembre:
ore 21 – SING STREET
martedì 20 dicembre:
ore 18.30  – IL MAGO DI OZ  (ANTEPRIMA FILM INDIMENTICABILI)
     versione in italiano, un film per la famiglia da riscoprire al cinema
ore 20.30  – LO SCHIACCIANOCI  (ANTEPRIMA BALLETTO BOLSHOI – ingresso € 10)
    il balletto direttamente dal Bolshoi di Mosca
IL MAGO DI OZ di  V. Fleming
Dorothy vive in una fattoria del Kansas. Improvvisamente un terribile tornado si abbatte su di lei, trascinandola insieme alla sua casa e al suo cane Toto nel mondo del mago di Oz. Qui tutto è bellissimo, ma la piccola Dorothy vuole lo stesso ritornare a casa al più presto…
Il vero film di Natale, la prima e indimenticata fiaba in Technicolor, finalmente da vedere come era stato progettato. Dorothy, l’uomo di latta, lo spaventapasseri e il leone in viaggio verso il mondo di Oz al suono di Over the Rainbow.
“E’ una graziosa favola, raccontata con garbo e con spirito. Regia accurata, uso sapiente di effetti speciali, buona interpretazione, ottima fotografia.” (‘Segnalazioni cinematografiche’, vol. 26, 1949).
SING STREET di  J. Carney
Dublino, anni Ottanta. Per sedurre una ragazza carina incontrata fuori dalla sua scuola, Cosmo le fa credere di avere un gruppo musicale e le chiede di apparire in un videoclip della band. Quello che sembrava un progetto strambo diventa per Conor una grande passione, che lo aiuterà ad evadere dalla sua complicata situazione familiare.
“Conosciuto per due operine assai amabili, ‘Once’ e ‘Tutto può cambiare’, l’irlandese John Carney torna con un film che dovrebbe costituire materia obbligatoria d’insegnamento in tutte le scuole di cinema, alla voce ‘commedia sentimentale’. (…) Come nei due film citati, ‘Sing Street’ fa della musica un personaggio altrettanto importante di quelli in carne e ossa: le scene musicali, in altre parole, non costituiscono intermezzi ma parti dell’azione. Non solo la colonna musicale è magistrale; il film si distingue anche per l’ambientazione dublinese e fa affiorare poco a poco, sotto lo strato del racconto di formazione per teenager, una generosa dose di poesia.” (Roberto Nepoti, ‘La Repubblica’, 10 novembre 2016).
L’UOMO CHE VERRA’ di  G. Diritti
Alle pendici di Monte Sole, sui colli appenninici vicini a Bologna, la comunità agraria locale vede i propri territori occupati dalle truppe naziste e molti giovani decidono di organizzarsi in una brigata partigiana. Per una delle più giovani abitanti del luogo, la piccola Martina, tutte quelle continue fughe dai bombardamenti e quegli scontri a fuoco sulle vallate hanno poca importanza. Da quando ha visto morire il fratello neonato fra le sue braccia, Martina ha smesso di parlare e vive unicamente nell’attesa che arrivi un nuovo fratellino. Il concepimento avviene in una mattina di dicembre del 1943, esattamente nove mesi prima che le SS diano inizio al rastrellamento di tutti gli abitanti della zona.
L’eccidio di Marzabotto è uno di quegli episodi che premono sulla grandezza della Storia per stringerla dentro alla dimensione del dolore del singolo. Per raccontare quella strage degli ultimi giorni del nazifascismo nella quale vennero uccisi circa 770 paesani radunati nelle case, nei cimiteri e sui sagrati delle chiese, Giorgio Diritti si affida a un proposito simile a quello del suo precedente Il vento fa il suo giro : partire dalla lingua del dialetto per raccontare una comunità e dal linguaggio del cinema per costruire un messaggio sull’identità culturale. Rispetto al lungometraggio d’esordio, L’uomo che verrà si confronta direttamente con la memoria storica e tende a ricostruire la storia del massacro in modo strategico ma senza risultare affettato, puntando sul lato emozionale ma mai ricattatorio della messa in scena. Non più il punto di vista di uno straniero che tenta di confondersi e integrarsi con quello di una comunità ostile, ma quello di un piccolo membro di una collettività, Martina, che si congiunge e si scambia con quello di tutte le vittime della strage. Per rendere questa idea, Diritti riscopre la fluidità delle immagini e, lontano dal facile realismo delle immagini sgranate girate con macchina a mano, costruisce scene a volte statiche e a volte in movimento, inquadrature fisse e piani sequenza, ma sempre modulati in funzione dei movimenti e delle emozioni della comunità rurale. La funzione patemica si concede un solo, brevissimo ralenti durante la scena dell’esecuzione, e delega il suo lavoro a delle semi-soggettive a lunga e media distanza dall’evento. La “visione con” di queste inquadrature diviene “con-divisione” di punti di vista e di emozioni sulla tragedia: dietro a quelle nuche che affiorano dai margini delle inquadrature fino ad occludere la visibilità degli scontri, c’è il progetto di una personificazione dello sguardo nella strage, l’idea che dietro ad ognuna di quelle morti ingiustificabili ci sia sempre un corpo e un punto di vista. Sguardi nella tragedia che si fanno sguardi sulla tragedia, per il modo in cui questo visibile parziale richiede il nostro coinvolgimento ottico ed emotivo. La distanza che fin dall’inizio pone l’antico dialetto bolognese si annulla così grazie alle scelte di messe in scena di Diritti, che elabora un modo di vedere la guerra dove non c’è bisogno di suddivisioni manichee o di una crudeltà pittoresca per comprendere da che parte stare. Per capire che i “partigiani” di oggi sono quelli che sanno collocare il proprio sguardo sul passato in prospettiva di un futuro pacifico di condivisione che ci riguarda tutti.

 

Programmazione Cinema Italia dal 07-11 al 11-12

PALLE DI NEVE (snowtime) di F. Brisson
Sophie e la sorellina Lucie si sono appena trasferite in un piccolo villaggio canadese, ricoperto dalla neve. Di ragazze con cui fare amicizia se ne vedono poche all’orizzonte e i maschi, ai loro occhi, sembrano non essere meno noiosi e incomprensibili dei maschi della loro età un po’ ovunque. L’inizio delle vacanze invernali porta però una novità. Si decide di organizzare una vera e propria guerra di palle di neve, che durerà per le due settimane di chiusura della scuola. Luc e Sophie, entrambi undicenni, si ritrovano, quasi senza volere, a capo di due agguerritissime squadre avversarie, in lotta per occupare un fortino. Ma la battaglia viene presa troppo sul serio, e serie si fanno le sue conseguenze, costringendo i bambini a rivedere il loro comportamento.
FAI BEI SOGNI di M. Bellocchio con V. Mastandrea
Storia di una difficile ricerca della verità e allo stesso tempo la paura di scoprirla. La mattina del 31 dicembre 1969, Massimo, nove anni appena, trova suo padre nel corridoio sorretto da due uomini: sua madre è morta. Massimo cresce e diventa un giornalista. Dopo il rientro dalla Guerra in Bosnia dove era stato inviato dal suo giornale, incontra Elisa. La vicinanza di Elisa aiuterà Massimo ad affrontare la verità sulla sua infanzia ed il suo passato.
“(…) Bellocchio è un regista capace di accensioni folgoranti più che un vero narratore, o meglio racconta proprio attraverso immagini capaci di condensare in un lampo tutto un mondo, un conflitto, una vertigine interiore. Così, emoziona quando intreccia il destino di Massimo a incontri brevi ma decisivi, come quello con il professore-sacerdote che gli dà una sonora lezione di vita, il sempre magnifico Roberto Herlitzka; o quello, notturno e avventuroso, con l’innominato ‘presidente’ (…). Ma segna un po’ il passo quando il povero Massimo (…) viene lasciato solo con i suoi fantasmi (Belfagor, terrificante serie tv anni 60), con i ricordi della madre (l’inedita e intonatissima Barbara Ronchi), o con quel padre reticente e bugiardo (…). Come se questa storia così vera e così vicina finisse per inibire un regista (pensiamo a ‘Buongiorno, notte’), abituato alla più totale inventiva e libertà.” (Fabio Ferzetti, ‘Il Messaggero’, 13 maggio 2016).
BIANCA & GREY E LA POZIONE MAGICA di  A. Galat
In una lontana terra magica, in un piccolo villaggio pittoresco immerso tra prati verdi e dolci colline, vive un gregge di pecore. Ma la loro vita viene interrotta quando un branco di lupi si accampa in un burrone nelle vicinanze. In conformità con le antiche tradizioni, il capobranco Magra annuncia che il suo futuro successore dovrà mostrarsi il più forte tra i suoi rivali. Quando il potente e sanguinario Ragear si fa avanti, l’unico lupo con il coraggio di sfidarlo è Grey, il favorito del branco, ma goffo e senza speranze. Per diventare un leader e conquistare l’amore di Bianca, Grey si reca nel bosco, dove scopre un campo di conigli. È qui che il coniglio indovino Mami gli dà una pozione magica. Grey beve la pozione e torna alla tana dei lupi, ma al suo arrivo scopre di essere stato trasformato in… un ariete!.
AGNUS DEI di A. Fontaine
Polonia, dicembre 1945. Mathilde Beaulieu, giovane collaboratrice della Croce Rossa responsabile dei sopravvissuti francesi prima del loro rimpatrio, viene chiamata a prestare soccorso a una suora polacca. Riluttante sulle prime, Mathilde infine accetta di seguirla nel convento di suore benedettine in cui, lontano dal mondo che le circonda, vivono una trentina di religiose. Qui, Mathilde scoprirà che molte di loro sono state sottoposte a violenze carnali da parte di soldati sovietici e che sono in procinto di partorire. A poco a poco, l’atea e razionalista Mathilde svilupperà una complessa relazione con queste suore saldamente fedeli alle regole della loro vocazione….
“(…) è un film intenso e vigoroso che Anne Fontaine ha girato avendo intercettato la vera storia di Madeleine Paulia – conservata in alcuni appunti -, medico ufficiale delle Forze interne francesi nominata nell’aprile del 1945 primario all’ospedale francese di Varsavia e in forza alla Croce Rossa, con duecento missioni svolte in territorio polacco. In queste circostanze ebbe modo di scoprire l’orrore degli stupri perpetrati dai russi, che non avevano risparmiato di abusare per giorni anche di quelle monache, lasciandone sette incinte. (…) La regista, con squisita sensibilità femminile e assoluto rispetto per un tema così forte e doloroso – sono perfetti, talvolta strazianti, i dialoghi, e delicatissimi, sofferenti i volti delle consacrate – si mette a lato di Mathilde, conservandone lo stupore e l’angoscia (…). E senza tesi dimostrative: lo spettatore attento non può che entrare in sintonia profonda con quei volti di donne – sono tutte eccezionali le attrici – e con le domande, alcune senza risposta, che le monache e il medico si pongono. Passando dall’oscurità alla luce (…).” (Luca Pellegrini, ‘Avvenire’, 10 aprile 2016).

Programmazione Cinema Italia dal 30-11 al 04-12

VADO A SCUOLA: il grande giorno di P. Plisson
Albert ha 11 anni, vive nella capitale cubana ed è un piccolo talento della boxe. Deegii, in Mongolia, studia per diventare contorsionista. Tom è ugandese, ha una passione per le grandi scimmie e sta frequentando una scuola per ranger. Nidhi, a Benares, studia con profitto matematica, anche se la sua famiglia non può aiutarla, perché non è abbastanza istruita. Il sogno di Nidhi è diventare un giorno un ingegnere.
Dopo aver raccontato la determinazione e il coraggio di alcuni bambini di diverse parti del mondo che percorrevano un numero incredibile di kilometri, nelle situazioni più scomode, per raggiungere la scuola più vicina e la possibilità di un’istruzione che cambiasse il loro futuro, Pascal Plisson torna a seguire quattro giovani che hanno voglia di farcela, (ri)presi nel giorno della prova, accademica o sportiva, che potrebbe cambiare la loro vita e quella delle loro famiglie.
PALLE DI NEVE (snowtime) di F. Brisson
Sophie e la sorellina Lucie si sono appena trasferite in un piccolo villaggio canadese, ricoperto dalla neve. Di ragazze con cui fare amicizia se ne vedono poche all’orizzonte e i maschi, ai loro occhi, sembrano non essere meno noiosi e incomprensibili dei maschi della loro età un po’ ovunque. L’inizio delle vacanze invernali porta però una novità. Si decide di organizzare una vera e propria guerra di palle di neve, che durerà per le due settimane di chiusura della scuola. Luc e Sophie, entrambi undicenni, si ritrovano, quasi senza volere, a capo di due agguerritissime squadre avversarie, in lotta per occupare un fortino. Ma la battaglia viene presa troppo sul serio, e serie si fanno le sue conseguenze, costringendo i bambini a rivedere il loro comportamento.
 
FAI BEI SOGNI di M. Bellocchio con V. Mastandrea
Storia di una difficile ricerca della verità e allo stesso tempo la paura di scoprirla. La mattina del 31 dicembre 1969, Massimo, nove anni appena, trova suo padre nel corridoio sorretto da due uomini: sua madre è morta. Massimo cresce e diventa un giornalista. Dopo il rientro dalla Guerra in Bosnia dove era stato inviato dal suo giornale, incontra Elisa. La vicinanza di Elisa aiuterà Massimo ad affrontare la verità sulla sua infanzia ed il suo passato.
“(…) Bellocchio è un regista capace di accensioni folgoranti più che un vero narratore, o meglio racconta proprio attraverso immagini capaci di condensare in un lampo tutto un mondo, un conflitto, una vertigine interiore. Così, emoziona quando intreccia il destino di Massimo a incontri brevi ma decisivi, come quello con il professore-sacerdote che gli dà una sonora lezione di vita, il sempre magnifico Roberto Herlitzka; o quello, notturno e avventuroso, con l’innominato ‘presidente’ (…). Ma segna un po’ il passo quando il povero Massimo (…) viene lasciato solo con i suoi fantasmi (Belfagor, terrificante serie tv anni 60), con i ricordi della madre (l’inedita e intonatissima Barbara Ronchi), o con quel padre reticente e bugiardo (…). Come se questa storia così vera e così vicina finisse per inibire un regista (pensiamo a ‘Buongiorno, notte’), abituato alla più totale inventiva e libertà.” (Fabio Ferzetti, ‘Il Messaggero’, 13 maggio 2016)

Programmazione Cinema Italia dal 22-11 al 24-11

7 MINUTI di M. Placido
L’azienda tessile Varazzi è in procinto di siglare l’accordo che la salverà dalla chiusura immediata. I partner francesi sono pronti a concludere, ma all’ultimo momento consegnano alle undici componenti del consiglio di fabbrica una lettera che chiede loro di sacrificare sette minuti di intervallo al giorno. Il consiglio è composto da nove operaie e un’impiegata, più una rappresentante sindacale, Bianca, dipendente della Varazzi da decenni.
Le componenti del consiglio sono uno spaccato della forza lavoro femminile contemporanea nel nostro Paese: c’è la ventenne neoassunta e la veterana con figlia incinta; c’è l’immigrata africana, quella albanese concupita dal proprietario della fabbrica, quella che prende botte dal marito e la semitossica. Anche l’impiegata è un’ex operaia trasferita in ufficio da quando un incidente sul lavoro l’ha lasciata su una sedia a rotelle. Questa galleria di personaggi denuncia la matrice teatrale di 7 minuti, testo scritto (anche per il grande schermo) da Stefano Massini (la sceneggiatura è cofirmata da Michele Placido e Toni Trupia), che cerca di concentrare in quel pungo di figure femminili quasi tutte le problematiche che affliggono le donne in Italia. La costruzione drammaturgica segue la falsariga de La parola ai giurati, classico del ’57 firmato (per la televisione) da Sidney Lumet di cui è stato realizzato un remake nel 2007 da Nikita Mikhalkov, 12. A Ottavia Piccolo, nei panni di Bianca, tocca il ruolo che fu di Henry Fonda, ovvero la voce della ragione che sa penetrare le coscienze di chi, reagendo di pancia, cerca invece la soluzione più immediata, come Angela, l’operaia napoletana con quattro figli cui dà la presenza “pesciarola” Maria Nazionale: ed è una scelta di casting azzeccata affidare quel ruolo a una cantante, perché la potente voce di Angela sembra voler costantemente sopraffare quella pacata di Bianca. L’altra cantante del cast è Fiorella Mannoia nei panni di Ornella, coetanea di Bianca e memore di un tempo in cui i diritti degli operai erano tutelati: la sua prova di attrice è notevole e inaspettata. Ambra Angiolini presta la sua incazzatura alla combattiva Greta e Violante Placido è un’insolita contabile dall’aspetto dimesso.
FREAKS di T. Browning
Un classico di genere, ritirato quasi subito dopo la prima dal boss della MGM che lo giudicò (dal suo punto di vista non aveva torto) troppo duro per i delicati stomaci degli spettatori del 1932. Browning usò veri nani e veri “mostri” (fra cui due fratelli siamesi) per questa horror story che molti giudicano il suo capolavoro. Protagonista è la bella di un circo, un’acrobata, che acconsente a sposare un nano. Poi lo avvelena per potersi mettere con l’uomo forzuto della compagnia. Ma gli altri nani se ne accorgono e la conciano per le feste (cioè la storpiano finché la bella non diventa anch’essa un mostro).
“Freaks”, il film che costò al suo regista il bando da Hollywood, si è guadagnato l’appellativo di film maledetto per la mezz’ora intera che sarebbe stata tagliata per volere dei produttori della Metro-Goldwyn-Mayers. L’impatto che ebbe sul pubblico alle prime proiezioni fu devastante: malori, proteste, accuse di sfruttamento delle menomazioni umane per fare del becero sensazionalismo. In verità quello che Browning voleva era palesare la normalità dell’universo degli anormali. Non c’è nessuna stranezza nel vedere i legami di amore e amicizia che si intrecciano tra i protagonisti del circo di “Freaks”. E tantomeno non vi è alcuna morbosità nel riprendere dei veri uomini e donne con le caratteristiche fisiche più diverse e varie. Questo, chiaro, il pubblico, ma anche la critica del 1932 certo non poteva capirlo pienamente; e la genialità dell’opera di Browning, che già nella prima parte della sua folgorante carriera aveva dimostrato di avere a cuore di mettere in scena proprio il pregiudizio generalizzato del pubblico, sta proprio in questo: fotografare ciò che è la realtà, la paura del diverso, del “malformato”.

KUBO E LA SPADA MAGICA di T. Knight

Kubo è un cantastorie. Di giorno al villaggio suona e canta le gesta di storie senza un finale, animate davanti al suo pubblico di strada tramite origami; di notte invece si nasconde da un nemico occulto che lo cerca per privarlo dell’unico occhio che gli rimane (l’altro è bendato): il nonno. Ultimo di una famiglia legata alla magia, vive con una madre che sembra aver perso ogni forza per lottare e che, quando il nonno li troverà, scompare nel tentativo di far scappare il figlio. Inizia così il viaggio di Kubo, assieme a uno scarafaggio gigante e una scimmia, alla ricerca di un elmo, un’armatura e una spada che insieme gli consentiranno di sconfiggere l’ingombrante nonno.
Mascherata, tradotta, celata e messa in forma di allegoria, c’è una storia di formazione e di abbandono del nido familiare dietro Kubo e La Spada Magica. E quanto più questo cartone animato in stop motion aggiunge strati che impediscano di scorgere davvero la sua natura, tanto più sembra caricarsi di un senso romantico e perduto. Più cioè si allontana dalla propria essenza (un ragazzo diventa un uomo emancipandosi dalla propria famiglia), più riesce a raccontare questo passaggio condendolo con un’epica presa direttamente dall’intimità inconfessabile di ognuno.
CAFE’ SOCIETY di W. Allen
New York, anni Trenta. Bobby Dorfman lascia la bottega del padre e la East Coast per la California, dove lo zio gestisce un’agenzia artistica e i capricci dei divi hollywoodiani. Seccato dall’irruzione del nipote e convinto della sua inettitudine, dopo averlo a lungo rinviato, lo riceve e lo assume come fattorino. Bobby, perduto a Beverly Hills e con la testa a New York, la ritrova davanti al sorriso di Vonnie, segretaria (e amante) dello zio. Per lui è subito amore, per lei no ma il tempo e il destino danno ragione al sentimento di Bobby che le propone di sposarlo e di traslocare con lui a New York. Ma il vento fa (di nuovo) il suo giro e Vonnie decide altrimenti. Rientrato nella sola città in cui riesce a pensarsi, Bobby dirige con charme il “Café Society”, night club sofisticato che diventa il punto di incontro del mondo che conta. Sposato, padre e uomo di successo, anni dopo riceve a sorpresa la visita di Vonnie. Con lo champagne, Bobby (ri)apre il cuore e si (ri)apre al dolce delirio dell’amore.
Commedia del piacere negato, Café Society è la cronaca di una storia d’amore mancata che ribadisce quello che per Woody Allen conta da sempre: il cinema, le donne, se stesso.
 
DOMANI di M. Laurent
In seguito alla pubblicazione di uno studio che annuncia la possibile scomparsa di una parte dell’umanità da qui al 2100, Cyril Dion e Mélanie Laurent intraprendono un viaggio intorno al mondo per scoprire cosa potrebbe provocare questa catastrofe, ma soprattutto come evitarla. Risultato: una sorprendente, contagiosa e ottimista spinta al cambiamento, a partire già da DOMANI.
La sconfinata vitalità del cinema documentario contemporaneo induce ad aspettarsi dal genere un lavoro di ricerca e di messa a fuoco sulla realtà che vada oltre il resoconto informativo, fino a farsi spaccato a 360°, presa di posizione, sguardo sul mondo e le sue molteplici prospettive. Anche Domani, documentario firmato da Cyril Dion e da Mélanie Laurent arrivato nelle sale italiane dopo l’enorme successo in Francia, coltiva l’ambizione non da poco di dar voce, in maniera al contempo consapevole e didattica, sfaccettata e particolaristica, alle problematiche più rilevanti che investono il pianeta in cui viviamo sotto il profilo sociale, politico ed economico, andando così a toccare svariati settori come l’agricoltura, l’urbanistica, l’energia, l’economia, la democrazia e l’istruzione.

Saranno presenti in sala STEFANO BIANCHI – presidente di AIAB VENETO (Associazione Italiana Agri coltura Biologica) e MASSIMO RENNO – presidente di AEres-Venezia per l’altraeconomia.

 

 

 

 

 

Programmazione Cinema Italia dal 15-11 al 20-11

martedì 15 novembre:
ore 18.30 – TROLLS (€ 4)
ore 21 – LA MORTE CORRE SUL FIUME  (ANTEPRIMA FILM INDIMENTICABILI – ingresso € 4)
versione originale sottotitolata in italiano
mercoledì 16 novembre:
ore 18.00 e 21 – DOMANI (cineforum – ingresso € 4)
Saranno presenti in sala STEFANO BIANCHI presidente di AIAB VENETO e ARIANNA DE MONTE cooperativa ACLI SAN GAETANO – BANDERA FLORIDA – BOTTEGA DEL MONDO.
sabato 19 novembre:
ore 16.30 e 18.30 – KUBO E LA LEGGENDA DELLA SPADA MAGICA
ore 21 – 7 MINUTI di Michele Placido con F. Mannoia, A. Angiolini, O. Piccolo, C. Capotondi
domenica 20 novembre:
ore 16 – KUBO E LA LEGGENDA DELLA SPADA MAGICA
ore 18.15 e 20.30 – 7 MINUTI di Michele Placido con F. Mannoia, A. Angiolini, O. Piccolo
martedì 22 novembre:
ore 18.30 – 7 MINUTI (€ 4)
ore 20.15  e 21.30 – FREAKS  (ANTEPRIMA FILM INDIMENTICABILI – ingresso € 4)
versione originale sottotitolata in italiano
mercoledì 23 novembre:
ore 18.30 – KUBO E LA LEGGENDA DELLA SPADA MAGICA (€ 4)
ore 21 – CAFE’ SOCIETY  (cineforum – ingresso € 4)
giovedì 24  novembre:
ore 18 e 20.30 – DOMANI  (cine               ma di classe – ingresso € 5)
Saranno presenti in sala STEFANO BIANCHI – presidente di AIAB VENETO (Associazione Italiana Agri coltura Biologica) e MASSIMO RENNO – presidente di AEres-Venezia per l’altraeconomia.

TROLLS di M. Mitchell
È il progetto DreamWorks più atteso dell’anno ed è anche tra i più misteriosi. Finora infatti non era trapelata alcuna immagine di Trolls che ci facesse capire qualcosa di più su questo adattamento cinematografico ispirato ai celebri bambolotti danesi dotati di folte chiome coloratissime.
Trolls è già stato descritto come una commedia musicale che racconterà le origini di questi strani personaggi e di come hanno ottenuto le loro vivaci e colorate capigliature.
La commedia musicale  “Trolls“, distribuita dalla 20th Century Fox, uscirà nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 27 ottobre 2016. Il nuovo film di animazione diretto da Mike Mitchell e Walt Dohrn, basato sulle Troll dolls ideate da Thomas Dam, ha come protagonisti La Principessa Poppy e Branch, rispettivamente doppiati da Anna Kendrick e Justin Timberlake. Tra gli altri doppiatori del film anche: Gwen Stefani, James Corden, Russell Brand, Icona Pop, Kunal Nayyar, Ron Funches e GloZell.
Tutto ha inizio da un‘epica avventura che vede la Principessa Poppy unire le forze con Branch  avventurandosi ben oltre il mondo a loro conosciuto per salvare il re della Foresta dei Troll, che è stato rapito. Questa ricerca metterà a dura prova la loro forza e svelerà il mito di come i troll sono venuti in possesso dei loro capelli dai vivaci colori.
LA MORTE CORRE SUL FIUME
di C. Laughton – versione integrale – sottotitolata in italiano
Bellissimo film che non ottenne il successo che meritava
Harry Powell, pastore protestante, uccide alcune vedove per denaro. Uccide anche Willa Harper, ma i suoi due figlioletti gli danno filo da torcere. Riescono a fuggire da lui allontanandosi sul fiume con una barca. In loro soccorso giunge una cara vecchietta, Rachel, che dà rifugio ai bambini abbandonati. Grande fiaba orrorifica, più per atmosfera che per scene violente, resa convincente da una regia secca e originale. Harry come orco, Rachel come fata e i due fratelli come Hansel e Gretel. La fotografia in bianco e nero di Stanley Cortez è una festa per gli occhi. Le inquadrature grazie alle luci maniacalmente posizionate sono una rilettura dell’espressionismo. Stupenda la sequenza in cui il vecchio scopre il cadavere di Willa, interpretata volutamente sopra le righe da Shelley Winters. Forse la più grande e sfaccettata interpretazione di Mitchum, che sette anni dopo, ne Il promontorio della paura, si calerà in un personaggio molto simile. Tratto dal romanzo di Davis Grubb e girato in poco più di un mese. Laughton, a causa dell’insuccesso commerciale, non poté realizzare la sua trasposizione de Il nudo e il morto di Mailer. Oggetto di culto di molti cinefili è citato apertamente da Neil Jordan nel suo In compagnia dei lupi
DOMANI di M. Laurent
In seguito alla pubblicazione di uno studio che annuncia la possibile scomparsa di una parte dell’umanità da qui al 2100, Cyril Dion e Mélanie Laurent intraprendono un viaggio intorno al mondo per scoprire cosa potrebbe provocare questa catastrofe, ma soprattutto come evitarla. Risultato: una sorprendente, contagiosa e ottimista spinta al cambiamento, a partire già da DOMANI.
La sconfinata vitalità del cinema documentario contemporaneo induce ad aspettarsi dal genere un lavoro di ricerca e di messa a fuoco sulla realtà che vada oltre il resoconto informativo, fino a farsi spaccato a 360°, presa di posizione, sguardo sul mondo e le sue molteplici prospettive. Anche Domani, documentario firmato da Cyril Dion e da Mélanie Laurent arrivato nelle sale italiane dopo l’enorme successo in Francia, coltiva l’ambizione non da poco di dar voce, in maniera al contempo consapevole e didattica, sfaccettata e particolaristica, alle problematiche più rilevanti che investono il pianeta in cui viviamo sotto il profilo sociale, politico ed economico, andando così a toccare svariati settori come l’agricoltura, l’urbanistica, l’energia, l’economia, la democrazia e l’istruzione.
KUBO E LA SPADA MAGICA di T. Knight
Kubo è un cantastorie. Di giorno al villaggio suona e canta le gesta di storie senza un finale, animate davanti al suo pubblico di strada tramite origami; di notte invece si nasconde da un nemico occulto che lo cerca per privarlo dell’unico occhio che gli rimane (l’altro è bendato): il nonno. Ultimo di una famiglia legata alla magia, vive con una madre che sembra aver perso ogni forza per lottare e che, quando il nonno li troverà, scompare nel tentativo di far scappare il figlio. Inizia così il viaggio di Kubo, assieme a uno scarafaggio gigante e una scimmia, alla ricerca di un elmo, un’armatura e una spada che insieme gli consentiranno di sconfiggere l’ingombrante nonno.
Mascherata, tradotta, celata e messa in forma di allegoria, c’è una storia di formazione e di abbandono del nido familiare dietro Kubo e La Spada Magica. E quanto più questo cartone animato in stop motion aggiunge strati che impediscano di scorgere davvero la sua natura, tanto più sembra caricarsi di un senso romantico e perduto. Più cioè si allontana dalla propria essenza (un ragazzo diventa un uomo emancipandosi dalla propria famiglia), più riesce a raccontare questo passaggio condendolo con un’epica presa direttamente dall’intimità inconfessabile di ognuno.
7 MINUTI di M. Placido
L’azienda tessile Varazzi è in procinto di siglare l’accordo che la salverà dalla chiusura immediata. I partner francesi sono pronti a concludere, ma all’ultimo momento consegnano alle undici componenti del consiglio di fabbrica una lettera che chiede loro di sacrificare sette minuti di intervallo al giorno. Il consiglio è composto da nove operaie e un’impiegata, più una rappresentante sindacale, Bianca, dipendente della Varazzi da decenni.
Le componenti del consiglio sono uno spaccato della forza lavoro femminile contemporanea nel nostro Paese: c’è la ventenne neoassunta e la veterana con figlia incinta; c’è l’immigrata africana, quella albanese concupita dal proprietario della fabbrica, quella che prende botte dal marito e la semitossica. Anche l’impiegata è un’ex operaia trasferita in ufficio da quando un incidente sul lavoro l’ha lasciata su una sedia a rotelle. Questa galleria di personaggi denuncia la matrice teatrale di 7 minuti, testo scritto (anche per il grande schermo) da Stefano Massini (la sceneggiatura è cofirmata da Michele Placido e Toni Trupia), che cerca di concentrare in quel pungo di figure femminili quasi tutte le problematiche che affliggono le donne in Italia. La costruzione drammaturgica segue la falsariga de La parola ai giurati, classico del ’57 firmato (per la televisione) da Sidney Lumet di cui è stato realizzato un remake nel 2007 da Nikita Mikhalkov, 12. A Ottavia Piccolo, nei panni di Bianca, tocca il ruolo che fu di Henry Fonda, ovvero la voce della ragione che sa penetrare le coscienze di chi, reagendo di pancia, cerca invece la soluzione più immediata, come Angela, l’operaia napoletana con quattro figli cui dà la presenza “pesciarola” Maria Nazionale: ed è una scelta di casting azzeccata affidare quel ruolo a una cantante, perché la potente voce di Angela sembra voler costantemente sopraffare quella pacata di Bianca. L’altra cantante del cast è Fiorella Mannoia nei panni di Ornella, coetanea di Bianca e memore di un tempo in cui i diritti degli operai erano tutelati: la sua prova di attrice è notevole e inaspettata. Ambra Angiolini presta la sua incazzatura alla combattiva Greta e Violante Placido è un’insolita contabile dall’aspetto dimesso.

Programmazione Cinema Italia dal 08-11 al 13-11

martedì 8 novembre:
ore 18.30 – LA PELLE DELL’ORSO
ore 20.30  – L’ETA’ DELL’ORO (dal Bolshoi di Mosca il balletto al cinema – ingresso € 10)
mercoledì 9 novembre:
ore 18.30 e 21 – EDDIE THE EAGLE (cineforum – ingresso € 4)
sabato 12 novembre:
ore 18.30 – TROLLS (€ 4)
ore 21 – LA PELLE DELL’ORSO
domenica 13 novembre:
ore 16.00 – TROLLS (€ 4)
ore 18.15 – LA PELLE DELL’ORSO
ore 20.30 – LA PELLE DELL’ORSO
martedì 15 novembre:
ore 18.30 – TROLLS (€ 4)
ore 21 – LA MORTE CORRE SUL FIUME  (ANTEPRIMA FILM INDIMENTICABILI – ingresso € 4) versione originale sottotitolata in italiano
mercoledì 16 novembre:
ore 18.30 e 21 – DOMANI (cineforum – ingresso € 4) 

Saranno presenti in sala STEFANO BIANCHI presidente di AIAB VENETO e ARIANNA DE MONTE cooperativa ACLI SAN GAETANO – BANDERA FLORIDA – BOTTEGA DEL MONDO.

L’ETA’ DELL’ORO (il balletto del Bolshoi)

di Dmitri Shostakovich
In una città sul mare, dove prosperano affari loschi e criminalità, il cabaret de L’Età dell’oro è  il ritrovo notturno preferito di ballerini, banditi e giovani gozzovigliatori.
Il  giovane  pescatore  Boris  si  innamora  di  Rita,  una  bellissima  ballerina  che  però  è  anche l’amica di uno dei gangster locali….
EDDIE THE EAGLE di D. Fletecher
Ispirato alla vera storia di Eddie Edwards, il film narra la scalata di un insolito atleta che vuole raggiungere il suo sogno: gareggiare per il salto con gli sci e rappresentare la Gran Bretagna alle Olimpiadi Invernali. 1973, il piccolo Eddie, nonostante i suoi problemi fisici e i genitori che continuamente si oppongono, coltiva il sogno di gareggiare nella più prestigiosa delle competizioni, le Olimpiadi. Crescendo scopre la disciplina del salto con gli sci, una categoria ormai abbandonata dall’Inghilterra, e decide di candidarsi per le qualifiche in Germania e rappresentare la Gran Bretagna alle Olimpiadi di Calgary del 1988.
Eddie the Eagle è un biopic e un film sportivo, ma questa volta il protagonista è un ragazzo normale, come diremmo oggi un nerd che diventa un eroe, superando una sfida quasi impossibile, spinto dalla sua grande forza di volontà e da un allenatore fuori dagli schemi: l’ex campione Chuck Berghorn (Hugh Jackman)…..
TROLLS di M. Mitchell
È il progetto DreamWorks più atteso dell’anno ed è anche tra i più misteriosi. Finora infatti non era trapelata alcuna immagine di Trolls che ci facesse capire qualcosa di più su questo adattamento cinematografico ispirato ai celebri bambolotti danesi dotati di folte chiome coloratissime.
Trolls è già stato descritto come una commedia musicale che racconterà le origini di questi strani personaggi e di come hanno ottenuto le loro vivaci e colorate capigliature.
La commedia musicale  “Trolls“, distribuita dalla 20th Century Fox, uscirà nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 27 ottobre 2016. Il nuovo film di animazione diretto da Mike Mitchell e Walt Dohrn, basato sulle Troll dolls ideate da Thomas Dam, ha come protagonisti La Principessa Poppy e Branch, rispettivamente doppiati da Anna Kendrick e Justin Timberlake. Tra gli altri doppiatori del film anche: Gwen Stefani, James Corden, Russell Brand, Icona Pop, Kunal Nayyar, Ron Funches e GloZell.
Tutto ha inizio da un‘epica avventura che vede la Principessa Poppy unire le forze con Branch  avventurandosi ben oltre il mondo a loro conosciuto per salvare il re della Foresta dei Troll, che è stato rapito. Questa ricerca metterà a dura prova la loro forza e svelerà il mito di come i troll sono venuti in possesso dei loro capelli dai vivaci colori.
LA PELLE DELL’ORSO di M. Segato
Siamo negli anni ’50. Pietro (Marco Paolini) è un uomo burbero sulla cinquantina, che lavora in una cava nelle Dolomiti italiane. Il suo abuso di vino e la sua natura riservata lo hanno rapidamente trasformato nello zimbello del paese. È severo con il figlio Domenico (Leonardo Mason), e dopo la morte della madre, il loro rapporto è diventato sempre più difficile. Una notte, mentre è seduto al suo solito bar tracannando vino, Pietro sente il suo spietato e arrogante capo Crepaz (Paolo Pierobon) parlare del “diavolo”, un orso che da tempo minaccia il villaggio e preda il bestiame, provocando paura e apprensione tra la popolazione. Stanco di essere denigrato dai compaesani, Pietro fa una proposta a Crepaz: ucciderà l’orso in cambio di 600.000 lire, ma se fallisce dovrà lavorare senza paga per un anno intero. All’alba, contro ogni previsione, Pietro parte per la foresta, determinato a dimostrare il suo valore e a riguadagnarsi l’orgoglio con un gesto eroico finale.
Segato debutta con una storia di formazione che affronta il delicato rapporto padre-figlio tra un sempliciotto e il suo fragile figlio, timidissimo, che non sa quasi niente della sua defunta madre. Fin dall’inizio, il regista crea ambienti arcaici e rurali e, con l’aiuto della direttrice della fotografia Daria D’Antonio (che ha lavorato con Massimo Coppola, Valeria Golino e Pietro Marcello in passato), immerge lo spettatore in un passato in cui la virilità di un uomo e la sua reputazione nella comunità erano tutto ciò che aveva.
LA MORTE CORRE SUL FIUME
di C. Laughton – versione integrale – sottotitolata in italiano
Bellissimo film che non ottenne il successo che meritava
Harry Powell, pastore protestante, uccide alcune vedove per denaro. Uccide anche Willa Harper, ma i suoi due figlioletti gli danno filo da torcere. Riescono a fuggire da lui allontanandosi sul fiume con una barca. In loro soccorso giunge una cara vecchietta, Rachel, che dà rifugio ai bambini abbandonati. Grande fiaba orrorifica, più per atmosfera che per scene violente, resa convincente da una regia secca e originale. Harry come orco, Rachel come fata e i due fratelli come Hansel e Gretel. La fotografia in bianco e nero di Stanley Cortez è una festa per gli occhi. Le inquadrature grazie alle luci maniacalmente posizionate sono una rilettura dell’espressionismo. Stupenda la sequenza in cui il vecchio scopre il cadavere di Willa, interpretata volutamente sopra le righe da Shelley Winters. Forse la più grande e sfaccettata interpretazione di Mitchum, che sette anni dopo, ne Il promontorio della paura, si calerà in un personaggio molto simile. Tratto dal romanzo di Davis Grubb e girato in poco più di un mese. Laughton, a causa dell’insuccesso commerciale, non poté realizzare la sua trasposizione de Il nudo e il morto di Mailer. Oggetto di culto di molti cinefili è citato apertamente da Neil Jordan nel suo In compagnia dei lupi
DOMANI di M. Laurent
In seguito alla pubblicazione di uno studio che annuncia la possibile scomparsa di una parte dell’umanità da qui al 2100, Cyril Dion e Mélanie Laurent intraprendono un viaggio intorno al mondo per scoprire cosa potrebbe provocare questa catastrofe, ma soprattutto come evitarla. Risultato: una sorprendente, contagiosa e ottimista spinta al cambiamento, a partire già da DOMANI.
La sconfinata vitalità del cinema documentario contemporaneo induce ad aspettarsi dal genere un lavoro di ricerca e di messa a fuoco sulla realtà che vada oltre il resoconto informativo, fino a farsi spaccato a 360°, presa di posizione, sguardo sul mondo e le sue molteplici prospettive. Anche Domani, documentario firmato da Cyril Dion e da Mélanie Laurent arrivato nelle sale italiane dopo l’enorme successo in Francia, coltiva l’ambizione non da poco di dar voce, in maniera al contempo consapevole e didattica, sfaccettata e particolaristica, alle problematiche più rilevanti che investono il pianeta in cui viviamo sotto il profilo sociale, politico ed economico, andando così a toccare svariati settori come l’agricoltura, l’urbanistica, l’energia, l’economia, la democrazia e l’istruzione.
Saranno presenti in sala STEFANO BIANCHI presidente di AIAB VENETO e ARIANNA DE MONTE cooperativa ACLI SAN GAETANO – BANDERA FLORIDA – BOTTEGA DEL MONDO.

La pelle dell’orso – evento

Dal 5 novembre il Cinema Italia ospiterà la Pelle dell’Orso girato interamente in Val Zoldana e tratto dal romanzo “La pelle dell’orso” di Matteo Righetto edito daUgo Guanda Editore.

Il 13 novembre alla proiezione delle 20.30 sarà presente il regista Marco Segato.

Un film solido e coeso che riesce a raccontate con nitore e parsimonia il passaggio di potere e competenze che deve avvenire fra un padre e un figlio.

Anni Cinquanta. Domenico ha 14 anni e vive da solo con il padre Pietro da quando la madre è morta in circostanze misteriose. Pietro, uscito di galera, è il bersaglio della piccola comunità montana che lo considera “una bestia”. Quando in paese si ripresentael Diàol, il diavolo, un orso che ha già mietuto vittime in passato, Pietro intuisce la possibilità del suo riscatto: dunque scommette con il padrone della cava di pietra locale, Crepaz, che ucciderà l’orso. Se riuscirà nell’impresa guadagnerà una somma enorme per l’epoca e la zona. Se invece fallirà, regalerà un anno del suo lavoro di spaccapietre a Crepaz. Anche per Domenico la caccia all’orso è un’occasione: per riavvicinarsi al padre, mettere alla prova la propria abilità con il fucile, e dimostrare che non è un bocia, ma un giovane uomo pronto ad affacciarsi alla vita adulta.

https://www.facebook.com/lapelledellorso/

Programmazione Cinema Italia dal 31-10 al 06-11

lunedì 31 ottobre:
ore 18.30 – PETS VITA DA ANIMALI (€ 4)
ore 21 – QUALCOSA DI NUOVO
martedì 1 novembre:
ore 16.00 – PETS VITA DA ANIMALI (€ 4)
ore 18.15 – QUALCOSA DI NUOVO
ore 20.30  – QUALCOSA DI NUOVO
mercoledì 2 novembre:
ore 18.30 e 21 – LES SOUVENIRS (cineforum – ingresso € 4)
sabato 5 novembre:
ore 18.30 – TROLLS
ore 21 – LA PELLE DELL’ORSO
domenica 6 novembre:
ore 16.00 – TROLLS
ore 18.15 e 20.30 – LA PELLE DELL’ORSO
martedì 8 novembre:
ore 18.30 – LA PELLE DELL’ORSO
ore 20.30  – L’ETA’ DELL’ORO (dal Bolshoi di Mosca il balletto al cinema – ingresso € 10) – evento registrato a Mosca il 16 ottobre 2016
mercoledì 9 novembre:
ore 18.30 e 21 – EDDIE THE EAGLE (cineforum – ingresso € 4)

PETS VITA DA ANIMALI di C. Reanud
Il cane Max vive in massima serenità il suo tran tran con la padrona, almeno finché questa non torna a casa con l’enorme Duke, salvato da un canile: dovrà convivere con lui d’ora in poi. L’inevitabile tensione trasforma il primo giorno in un disastro colossale: Max e Duke si ritrovano lontanissimi da casa, mentre i cani loro amici (tra cui l’innamoratissima Gidget) cercano di raggiungerli, e una banda di animali selvatici nascosti nelle fogne, capitanati dal folle coniglio Nevosetto, vuole la loro pelle.
Non c’è dubbio quindi che lo spettacolo valga il prezzo del biglietto, ma proprio il paragone con quello stile d’antan evidenzia l’unico vero limite di Pets: nell’horror vacui di una sceneggiatura e di una regia che hanno paura di rallentare e di lasciarci accarezzare i simpatici quadrupedi, il film è ricolmo di simpatia, ma è scarso in tenerezza, dolcezza ed empatia. Il rischio è che, trasformando un film in un otto volante giullaresco, si metta a repentaglio la capacità dei migliori personaggi animati di mettere radici nel cuore.
QUALCOSA DI NUOVO di C. Comencini
Cristina Comencini torna alla regia con Qualcosa di nuovo, libero adattamento di una sua pièce teatrale di successo, La scena, portando al cinema questa storia tutta al femminile, fatta di due amiche quarantenni in crisi sentimentale che ritrovano smalto e vigore dopo l’entrata in scena di un amante diciannovenne.
Tratto dallo spettacolo teatrale La scena e alla cui sceneggiatura hanno collaborato anche Giulia Calenda e Paola Cortellesi che ne è anche una delle protagoniste, Qualcosa di nuovo porta al cinema l’amicizia tra Lucia e Maria (Micaela Ramazzotti), due donne, quarantenni, diametralmente opposte ma per questo indispensabili l’una per l’altra che vivono, per due motivi differenti,  una crisi sentimentale. Un giorno a rivoluzionare le loro vite arriva Luca (Eduardo Valdarnini), 19enne in cerca della propria strada,  che farà riscoprire ad entrambe le due donne un po di loro stesse che col tempo avevano perso.
LES SOUVENIRS di J-P. Rouve
Romain ha ventitré anni, il sogno di scrivere, una ragazza da innamorare e una nonna da amare. Confusa e sola dopo la morte del consorte, la nonna di Romain viene ‘ricoverata’ dai figli in una casa per anziani a cui ‘reagisce’ digiunando e ripiegandosi nei suoi ricordi. Irrequieta e decisa a risalire il suo passato, la donna scappa dal ricovero imposto e getta in ambasce i tre figli. Ma Romain non si scoraggia, seguendo le tracce e una cartolina che lo conducono a Étretat. Il viaggio alla ricerca della nonna perduta diventa per il nipote un debutto alla vita e il prologo al suo romanzo più bello.
Les Souvenirs, adattamento del romanzo omonimo di David Foenkinos, è un feel-good movie alla francese, un inno al tempo che passa, alla giovinezza, alla senilità e a tutto quello che scorre tra le due stagioni della vita. Investigatore del proprio passato e delle leggende che hanno fondato la sua storia, la sua famiglia, il suo avvenire, il giovane protagonista intraprende un viaggio nei ricordi della propria nonna che la guerra strappò alla scuola e a una vita che aveva appena imparato a conoscere. Diretto da Jean-Paul Rouve, autore di un cinema delicato che combina malinconia e sorriso, Les Souvenirs non ha niente di rivoluzionario ma è impossibile da dimenticare perché svolge una trama minimale in cui ciascuno può riconoscersi. Perché espone, ancora e soprattutto, le cose della vita, quelle con cui ci confrontiamo ogni giorno e quelle con cui prima o poi tutti facciamo i conti: la difficoltà di comprendere i propri genitori, quella di afferrare i propri figli, l’amore coniugale, la vecchiaia, la pensione, il desiderio di creare, la bellezza dell’azzardo..
TROLLS di M. Mitchell
È il progetto DreamWorks più atteso dell’anno ed è anche tra i più misteriosi. Finora infatti non era trapelata alcuna immagine di Trolls che ci facesse capire qualcosa di più su questo adattamento cinematografico ispirato ai celebri bambolotti danesi dotati di folte chiome coloratissime.
Trolls è già stato descritto come una commedia musicale che racconterà le origini di questi strani personaggi e di come hanno ottenuto le loro vivaci e colorate capigliature.
La commedia musicale  “Trolls“, distribuita dalla 20th Century Fox, uscirà nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 27 ottobre 2016. Il nuovo film di animazione diretto da Mike Mitchell e Walt Dohrn, basato sulle Troll dolls ideate da Thomas Dam, ha come protagonisti La Principessa Poppy e Branch, rispettivamente doppiati da Anna Kendrick e Justin Timberlake. Tra gli altri doppiatori del film anche: Gwen Stefani, James Corden, Russell Brand, Icona Pop, Kunal Nayyar, Ron Funches e GloZell.
Tutto ha inizio da un‘epica avventura che vede la Principessa Poppy unire le forze con Branch  avventurandosi ben oltre il mondo a loro conosciuto per salvare il re della Foresta dei Troll, che è stato rapito. Questa ricerca metterà a dura prova la loro forza e svelerà il mito di come i troll sono venuti in possesso dei loro capelli dai vivaci colori.
LA PELLE DELL’ORSO di M. Segato
Siamo negli anni ’50. Pietro (Marco Paolini) è un uomo burbero sulla cinquantina, che lavora in una cava nelle Dolomiti italiane. Il suo abuso di vino e la sua natura riservata lo hanno rapidamente trasformato nello zimbello del paese. È severo con il figlio Domenico (Leonardo Mason), e dopo la morte della madre, il loro rapporto è diventato sempre più difficile. Una notte, mentre è seduto al suo solito bar tracannando vino, Pietro sente il suo spietato e arrogante capo Crepaz (Paolo Pierobon) parlare del “diavolo”, un orso che da tempo minaccia il villaggio e preda il bestiame, provocando paura e apprensione tra la popolazione. Stanco di essere denigrato dai compaesani, Pietro fa una proposta a Crepaz: ucciderà l’orso in cambio di 600.000 lire, ma se fallisce dovrà lavorare senza paga per un anno intero. All’alba, contro ogni previsione, Pietro parte per la foresta, determinato a dimostrare il suo valore e a riguadagnarsi l’orgoglio con un gesto eroico finale.
Segato debutta con una storia di formazione che affronta il delicato rapporto padre-figlio tra un sempliciotto e il suo fragile figlio, timidissimo, che non sa quasi niente della sua defunta madre. Fin dall’inizio, il regista crea ambienti arcaici e rurali e, con l’aiuto della direttrice della fotografia Daria D’Antonio (che ha lavorato con Massimo Coppola, Valeria Golino e Pietro Marcello in passato), immerge lo spettatore in un passato in cui la virilità di un uomo e la sua reputazione nella comunità erano tutto ciò che aveva.

Il 13 novembre 2016 alle 19.45 il regista del film MARCO SEGATO incontrerà il pubblico prima della proiezione delle 20.30.

L’ETA’ DELL’ORO (il balletto del Bolshoi)
di Dmitri Shostakovich
In una città sul mare, dove prosperano affari loschi e criminalità, il cabaret de L’Età dell’oro è  il ritrovo notturno preferito di ballerini, banditi e giovani gozzovigliatori.
Il  giovane  pescatore  Boris  si  innamora  di  Rita,  una  bellissima  ballerina  che  però  è  anche l’amica di uno dei gangster locali….

EDDIE THE EAGLE di D. Fletecher

Ispirato alla vera storia di Eddie Edwards, il film narra la scalata di un insolito atleta che vuole raggiungere il suo sogno: gareggiare per il salto con gli sci e rappresentare la Gran Bretagna alle Olimpiadi Invernali. 1973, il piccolo Eddie, nonostante i suoi problemi fisici e i genitori che continuamente si oppongono, coltiva il sogno di gareggiare nella più prestigiosa delle competizioni, le Olimpiadi. Crescendo scopre la disciplina del salto con gli sci, una categoria ormai abbandonata dall’Inghilterra, e decide di candidarsi per le qualifiche in Germania e rappresentare la Gran Bretagna alle Olimpiadi di Calgary del 1988.
Eddie the Eagle è un biopic e un film sportivo, ma questa volta il protagonista è un ragazzo normale, come diremmo oggi un nerd che diventa un eroe, superando una sfida quasi impossibile, spinto dalla sua grande forza di volontà e da un allenatore fuori dagli schemi: l’ex campione Chuck Berghorn (Hugh Jackman)…..

Programmazione Cinema Italia dal 25-10 al 30-10

martedì 25 ottobre:
ore 18.30 – NERUDA (€ 4)
ore 21 – I PUGNI IN TASCA  (1° CICLO FILM INDIMENTICABILI – ingresso € 3)
mercoledì 26 ottobre:
ore 18.30  e 21 – L’EFFETTO ACQUATICO (cineforum – ingresso € 4)
giovedì 27 ottobre:
ore 18.30  e 20.30 – A TEMPO DEBITO  (ciclo cinema di classe – ingresso € 5)
sarà presente in sala alla proiezione delle ore 20.30 il regista Christian Cinetto
sabato 29 ottobre:
ore 18.30 – PETS VITA DA ANIMALI (€ 4)
ore 21 – QUALCOSA DI NUOVO
domenica 30 ottobre:
ore 16.00 – QUALCOSA DI NUOVO
ore 18.00 – PETS VITA DA ANIMALI (€ 4)
ore 20.30  – QUALCOSA DI NUOVO
lunedì 31 ottobre:
ore 18.30 – PETS VITA DA ANIMALI (€ 4)
ore 21 – QUALCOSA DI NUOVO
martedì 1 novembre:
ore 16.00 – PETS VITA DA ANIMALI (€ 4)
ore 18.15 – QUALCOSA DI NUOVO
ore 20.30  – QUALCOSA DI NUOVO (€ 4)
mercoledì 2 novembre:
ore 18.30 e 21 – LES SOUVENIRS (cineforum – ingresso € 4)
NERUDA di P. Larrain
Cile, 1948. Il governo di Gabriel Gonzalez Videla, eletto grazie ai voti della sinistra, sceglie di abbracciare la politica statunitense e di condannare il comunismo alla clandestinità. Pablo Neruda, poeta, senatore e massima personalità artistica del Paese, avversa decisamente questa decisione, fino a diventare il ricercato numero 1. In accordo con il partito comunista, Neruda sceglie l’esilio anziché il carcere, ma per riuscire a fuggire deve fare i conti con Oscar Peluchonneau, l’ispettore di polizia che Videla sguinzaglia contro di lui.
Ogni possibile timore sull’approccio di Pablo Larrain alla materia scottante che riguarda il suo celebre omonimo, il poeta e “Senatore” Neruda, risulta totalmente privo di fondamento. Il crudo e nozionistico realismo del biopic è un approccio che non viene mai preso in considerazione, a dispetto del laconico titolo che si limita al cognome del protagonista. La prima e folgorante sequenza è già indicativa. Con un interessante gioco di angolazioni dell’inquadratura e di sfruttamento degli spazi del profilmico il regista illustra la capacità oratoria di Neruda e il misto di invidia e risentimento verso di lui che monta presso i suoi nemici. Anima e voce dello spirito identitario cileno, Pablo Neruda è come se accompagnasse con la sua poesia di ribellione e di intenso amore per la vita le vicende tragiche – future per lui ma passate per Larrain e chi guarda il film – di un popolo glorioso e insieme macchiato dall’infamia.
I PUGNI IN TASCA di M. Bellocchio
Quattro fratelli vivono in una grande villa di famiglia sulle colline del Piacentino con la madre cieca. Augusto, il maggiore, è l’unico ad avere un lavoro. Giulia ne è morbosamente innamorata. Gli altri due sono Leone, affetto da ritardo mentale e Ale dal carattere nevrotico e solitario. Sarà quest’ultimo a far saltare i già precari equilibri familiari.
All’epoca dell’uscita del film in Francia (1966) Jean De Baroncelli scrisse su “Le Monde”: “Attaccando direttamente la cellula familiare, che è in Italia la meglio protetta e la più rispettata di tutto il corpo sociale, denunciando con una violenza sbalorditiva la commedia dei buoni sentimenti che regge le relazioni tra i genitori e i figli e dei figli tra di loro, Marco Bellocchio si rivolta anche contro tutte le altre convenzioni, morali, religiose e borghesi che soffocano i suoi eroi”. Questo fu l’effetto che esercitò all’uscita il film d’esordio dell’allora ventiseienne regista.
L’EFFETTO ACQUATICO di S. Anspach
Samir, gruista a Montreuil, ha perso la testa per Agathe, ruvida istruttrice di nuoto occupata nella piscina municipale del quartiere. Nuotatore provetto, Samir si compra un costume e si finge principiante per agganciarla. Tra una bracciata e l’altra, le cose sembrano procedere nella corsia giusta ma un imprevisto costringe Samir a svelare la bugia. E le bugie non piacciono ad Agathe che vola in Islanda per rappresentare la Francia a un congresso di istruttori. Pazzo d’amore, Samir la segue fino al ‘polo Nord’ ….
Storia d’amore coi piedi nell’acqua e il cloro negli occhi, L’effetto acquatico è un feel-good movie sospeso tra due patrie, l’Islanda materna di Sólveig Anspach e la banlieue parisienne dove l’autrice viveva soltanto un anno fa. Prima di essere sconfitta dal cancro. Film postumo, L’effetto acquatico celebra la gioia di una nuova vita, a risarcimento parziale di una perdita. Come i suoi protagonisti la commedia avanza a bracciate risalendo a bordo piscina per rituffarsi di nuovo. Perché il cinema della Anspach non è interessato a cercare sul fondo. Alla maniera di Back Soon o Queen of Montreuil, la regista preferisce nuotare che immergersi, l’atletica del cuore all’illusione dell’esplorazione, la disciplina dell’assurdo al falso ideale di profondità.
 
A TEMPO DEBITO di C. Cinetto
C’è il tempo, che in prigione è un elemento centrale con le sue scadenze rigide e il suo lento scorrere. C’è poi il debito, che ogni detenuto deve pagare alla società. “A tempo debito”, infine, un motto comune che esprime ineluttabilità, attesa, precarietà. Richiama tutto questo “A tempo debito”, ultimo film del regista padovano Christian Cinetto prodotto dalla casa padovana Jengafilm, in proiezione in anteprima nazionale venerdì alle 20.45 al cinema Multiastra di via Tiziano Aspetti. Un documentario che racconta la realtà del carcere circondariale di Padova e dei suoi detenuti, finanziato fra mille difficolta con fondi regionali e crowdfunding.
«Quello delle carceri», spiega Cinetto, «è un argomento controverso: da un lato il pubblico esprime grande interesse per le condizioni dei carcerati, dall’altro, però, il sentimento generalmente diffuso è il risentimento. E c’è il desiderio, una volta assicurati alla giustizia, di dimenticarsene. Eppure, espiata la pena, queste persone dovranno uscire. Sarebbe naturale chiedersi che tipo di persone saranno quando usciranno. Con questo documentario abbiamo voluto dare un volto al loro lato umano, per ricordare agli.
PETS VITA DA ANIMALI di C. Reanud
Il cane Max vive in massima serenità il suo tran tran con la padrona, almeno finché questa non torna a casa con l’enorme Duke, salvato da un canile: dovrà convivere con lui d’ora in poi. L’inevitabile tensione trasforma il primo giorno in un disastro colossale: Max e Duke si ritrovano lontanissimi da casa, mentre i cani loro amici (tra cui l’innamoratissima Gidget) cercano di raggiungerli, e una banda di animali selvatici nascosti nelle fogne, capitanati dal folle coniglio Nevosetto, vuole la loro pelle.
Non c’è dubbio quindi che lo spettacolo valga il prezzo del biglietto, ma proprio il paragone con quello stile d’antan evidenzia l’unico vero limite di Pets: nell’horror vacui di una sceneggiatura e di una regia che hanno paura di rallentare e di lasciarci accarezzare i simpatici quadrupedi, il film è ricolmo di simpatia, ma è scarso in tenerezza, dolcezza ed empatia. Il rischio è che, trasformando un film in un otto volante giullaresco, si metta a repentaglio la capacità dei migliori personaggi animati di mettere radici nel cuore.
QUALCOSA DI NUOVO di C. Comencini
Cristina Comencini torna alla regia con Qualcosa di nuovo, libero adattamento di una sua pièce teatrale di successo, La scena, portando al cinema questa storia tutta al femminile, fatta di due amiche quarantenni in crisi sentimentale che ritrovano smalto e vigore dopo l’entrata in scena di un amante diciannovenne.
Tratto dallo spettacolo teatrale La scena e alla cui sceneggiatura hanno collaborato anche Giulia Calenda e Paola Cortellesi che ne è anche una delle protagoniste, Qualcosa di nuovo porta al cinema l’amicizia tra Lucia e Maria (Micaela Ramazzotti), due donne, quarantenni, diametralmente opposte ma per questo indispensabili l’una per l’altra che vivono, per due motivi differenti,  una crisi sentimentale. Un giorno a rivoluzionare le loro vite arriva Luca (Eduardo Valdarnini), 19enne in cerca della propria strada,  che farà riscoprire ad entrambe le due donne un po di loro stesse che col tempo avevano perso.
LES SOUVENIRS di J-P. Rouve
Romain ha ventitré anni, il sogno di scrivere, una ragazza da innamorare e una nonna da amare. Confusa e sola dopo la morte del consorte, la nonna di Romain viene ‘ricoverata’ dai figli in una casa per anziani a cui ‘reagisce’ digiunando e ripiegandosi nei suoi ricordi. Irrequieta e decisa a risalire il suo passato, la donna scappa dal ricovero imposto e getta in ambasce i tre figli. Ma Romain non si scoraggia, seguendo le tracce e una cartolina che lo conducono a Étretat. Il viaggio alla ricerca della nonna perduta diventa per il nipote un debutto alla vita e il prologo al suo romanzo più bello.
Les Souvenirs, adattamento del romanzo omonimo di David Foenkinos, è un feel-good movie alla francese, un inno al tempo che passa, alla giovinezza, alla senilità e a tutto quello che scorre tra le due stagioni della vita. Investigatore del proprio passato e delle leggende che hanno fondato la sua storia, la sua famiglia, il suo avvenire, il giovane protagonista intraprende un viaggio nei ricordi della propria nonna che la guerra strappò alla scuola e a una vita che aveva appena imparato a conoscere. Diretto da Jean-Paul Rouve, autore di un cinema delicato che combina malinconia e sorriso, Les Souvenirs non ha niente di rivoluzionario ma è impossibile da dimenticare perché svolge una trama minimale in cui ciascuno può riconoscersi. Perché espone, ancora e soprattutto, le cose della vita, quelle con cui ci confrontiamo ogni giorno e quelle con cui prima o poi tutti facciamo i conti: la difficoltà di comprendere i propri genitori, quella di afferrare i propri figli, l’amore coniugale, la vecchiaia, la pensione, il desiderio di creare, la bellezza dell’azzardo..
LA PELLE DELL’ORSO di M. Segato
dal 5 novembre
Siamo negli anni ’50. Pietro (Marco Paolini) è un uomo burbero sulla cinquantina, che lavora in una cava nelle Dolomiti italiane. Il suo abuso di vino e la sua natura riservata lo hanno rapidamente trasformato nello zimbello del paese. È severo con il figlio Domenico (Leonardo Mason), e dopo la morte della madre, il loro rapporto è diventato sempre più difficile. Una notte, mentre è seduto al suo solito bar tracannando vino, Pietro sente il suo spietato e arrogante capo Crepaz (Paolo Pierobon) parlare del “diavolo”, un orso che da tempo minaccia il villaggio e preda il bestiame, provocando paura e apprensione tra la popolazione. Stanco di essere denigrato dai compaesani, Pietro fa una proposta a Crepaz: ucciderà l’orso in cambio di 600.000 lire, ma se fallisce dovrà lavorare senza paga per un anno intero. All’alba, contro ogni previsione, Pietro parte per la foresta, determinato a dimostrare il suo valore e a riguadagnarsi l’orgoglio con un gesto eroico finale.
Segato debutta con una storia di formazione che affronta il delicato rapporto padre-figlio tra un sempliciotto e il suo fragile figlio, timidissimo, che non sa quasi niente della sua defunta madre. Fin dall’inizio, il regista crea ambienti arcaici e rurali e, con l’aiuto della direttrice della fotografia Daria D’Antonio (che ha lavorato con Massimo Coppola, Valeria Golino e Pietro Marcello in passato), immerge lo spettatore in un passato in cui la virilità di un uomo e la sua reputazione nella comunità erano tutto ciò che aveva.