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Programmazione Cinema Italia dal 3 al 7 giugno
LO STRAORDINARIO VIAGGIO DI T.S. SPIVET + IL PIANETA CHE CI OSPITA
venerdì 29 maggio ore 21 – sabato 30 maggio ore 21
domenica 31 maggio ore 18.30 e 21
.S. Spivet ha dieci anni e vive in un ranch sperduto nel Montana insieme ai genitori e alla sorella Grace. T.S. Aveva un gemello, Layton, morto in un incidente con il fucile. Layton giocava a fare il cowboy, tutto muscoli e lazo. T.S. invece ha un’intelligenza superiore alla media, raccoglie dati e sperimenta. Ha inventato la macchina a moto perpetuo e ha spedito i suoi progetti. Un giorno il telefono squilla. L’istituto Smithsonian vuole conferirgli il premio Baird e T.S ora deve andare a Washington D.C. a ritirarlo. Nessuno ovviamente sa che lui è soltanto un bambino. Così, alle quattro della mattina, inizia l’avventura a bordo di un treno merci.
Lo straordinario viaggio di T.S. Spivet è un viaggio al contrario, da ovest verso est, in antitesi con il mito da frontiera americana. È un ritorno all’origine, un cammino solitario in cui il distacco dalla famiglia rigenera relazione. È un percorso spirituale, naturale processo silenzioso di accettazione della perdita. Metabolizzare l’assenza per rinascere. E riscoprirsi non solo intelletto, ritrovare in se stessi il lato mancante. Complementare.
Lo straordinario viaggio di T.S Spivet racconta un’America dimenticata, lirica e meravigliosa. Un’America sconfinata, ripresa poeticamente grazie ad una tecnica sempre funzionale alla narrazione. Un mondo descritto attraverso gli occhi di un piccolo genio. E il parallelismo è facile, immediato. Un bimbo che inventa cose e un regista che crea storie. Jean-Pierre Jeunet è un artigiano, uno che si sporca le mani e, con il suo stile inconfondibile, plasma materia cinematografica. Scrive, disegna, riprende e dirige. La tecnica e la poesia si mescolano nell’unico grande obiettivo della creazione di un mondo unico, reale e immaginario. Fantasioso, appunto. Ci si trova nella favola onirica di un bimbo simile per natura ai coetanei Hugo Cabret e Pi. E i coetanei in sala, intanto, hanno accolto con lunghi applausi le divertenti avventure del piccolo genio. Non solo battiti di mani, ma boati e urla felici. Sono bambini, e sono il termometro della verità. E al Festival Internazionale del Cinema di Roma Lo straordinario viaggio di T.S. Spivet ha conquistato un po’ tutti, grandi e piccini.
Il cortometraggio verrà proiettato prima di ogni spettacolo previsto
da venerdì 29 maggio a domenica 31 maggio 2015.
In seguito saranno previste altre proiezione fino alla chiusura dell’Expo del 31 ottobre 2015
Programmazione Cinema Italia dal 27 al 31 maggio 2015
PER ALTRI OCCHI – 27 maggio ore 20.45
All’interno del progetto NUOVE PROSPETTIVE DELL’ESSERE UMANO il Cinema Italia presenta la serata LA RICCHEZZA DELLA DIVERSITÀ’.
OSPITI della serata:
UNIONE ITALIANA DEI CIECHI E DEGLI IPOVEDENTI ONLUS-VENEZIA
ALESSANDRO TROVATO, PRESIDENTE DELL’ ONLUS
ASSOCIAZIONE SORRISO RIVIERA SPORT DISABILI
HELLEN PIROLO, TECNICO DI ATLETICA LEGGERA
“Gli altri occhi sono quelli dei registi e i nostri, occhi che possono vedere perché tutti i protagonisti invece sono ciechi. Una disgrazia terribile. Certo, ma non è questo il punto, anzi la chiave è proprio opposta: raccontare la determinazione da parte di alcune persone che nonostante l’handicap ha deciso di prendere comunque in mano la propria vita e le proprie passioni per perseguirle che sia baseball, tiro con l’arco o fare fotografie, si, fotografie fatte da un cieco e sono pure prepotenti e significative, non come modo di dire, proprio come inquadrature. Lui dice che sono le cose che fanno sentire la loro presenza e si impongono alla foto. Tutto è nato quando Silvio Soldini, acciaccato per un mal di schiena, è andato da un fisioterapista, cieco, è lì ha scoperto un intero mondo. Certo, nella vita normale molti di loro svolgono mansioni per così dire tradizionali per i ciechi, centralinisti, musicisti etc. ma è l’oltre, è il tempo libero, è la voglia di mettersi in gioco per perseguire un sogno che mai come in questo caso è a occhi aperti, spalancati su un mondo che non si vede ma dal quale sarebbe indegno sentirsi esclusi. C’è poi anche spazio per una notazione curiosa, gli scivoli agli incroci delle strade, ottimi per chi è in carrozzina o altro, ma pessimi e ingannatori per i ciechi che non sentendo il gradino si ritrovano in mezzo alla strada. Guarda un po’, chi ci aveva mai pensato?”
IL PIANETA CHE CI OSPITA di Ermanno Olmi (Expo 2015)
Il Pianeta che ci ospita di Ermanno Olmi
11 minuti di sapienza per mostrare la bellezza
Dalle Alpi innevate al profondo Sud, dalle maestosità dei mari ai dettagli infinitesimali di un filo d’erba, ma soprattutto il Pane Quotidiano nella sua immensità e bellezza. Olmi si guarda nello specchio del suo cinema, incantandoci e commuovendoci grazie a un film che – brevità aurea – l’ha comunque impegnato per tre anni. Fotografia del figlio Fabio su pellicola 35mm, tecnologia 4K di proiezione, montaggio mozzafiato su effetti sonori cristallini perché nulla è trascurato e sul finale la meraviglia di una citazione cara a lui quanto al popolo di un cinema che non esiste più: Miracolo a Milano di Vittorio De Sica nella sequenza di Lolotta che trova il minuscolo Totò tra i cavoli. E in sottofondo l’inconfondibile canzone di Alessandro Cicognini, perché “Ci basta una capanna per vivere e dormir, ci basta un po’ di terra per vivere e morir..”.
Il Pianeta che ci ospita è visibile ogni sera alle 20 fino all’interno di Expo 2015 nello spazio Slow Food Theater (Piazza della Biodiversità) ma è anche proiettato in 52 sale lungo tutta la Penisola.
In seguito saranno previste altre proiezione fino alla chiusura dell’Expo del 31 ottobre 2015
NUOVE PROSPETTIVE DELL’ESSERE UMANO – ciclo di film
I BAMBINI SANNO
MIA MADRE
20 maggio ore 21 – 22 maggio ore 21 – 24 maggio ore 20.30
“(…) (Giulia Lazzarini, miracolo di levità e profondità) mette tutti di fronte ai propri limiti, riapre antiche ferite, crea continue occasioni di inadeguatezza, comiche e insieme tragiche come in tutto Moretti. (…) mentre il caos del set e quello dell’esistenza si sommano in un unico vortice, quella signora soave, ex professoressa di latino, amatissima dagli ex allievi e dalla nipotina liceale, che capisce molto meglio della madre, declina, riceve annoiandosi un poco gli amici di sempre, perde pian piano le sue facoltà, si prepara a suo modo all’ultimo viaggio, magari sognando di passeggiare nel giardino dell’ospedale (un po’ come Roberto Herlitzka-Aldo Moro in ‘Buongiorno, notte’ di Bellocchio, curiosamente). Lasciando ai figli, e alla figlia in particolare, il peso di quel presente che non capiscono e forse non amano (quelle comparse, così diverse dagli operai ideali della Buy…). Ma anche alcuni insegnamenti spigolosi che emergono nelle scene più belle di questo film straordinario, straziato e sommesso, stranamente pacificato, sempre attento a mantenere la giusta distanza dal suo soggetto incandescente, ma destinato a scavare nello spettatore a lungo dopo la visione. Come i classici latini della biblioteca materna, che la figlia accarezza in un gesto solo e finalmente d’amore.”
(Fabio Ferzetti, ‘Il Messaggero’, 14 aprile 2015)